Intervista a Valentino
dopo il titolo iridato in 500
Rossi è il numero uno: "ma continuerò con il 46"
Numero
uno della Classe regina, a cosa pensi?
"E' troppo presto, ancora non riesco a pensare anulla"
In effetti una vittoria annunciata, poi un lutto nel Team di Rossi
non fa sorridere tutti, ad Andrea Marinoni, responsabile della Hospitality,
è appena morta la mamma.
"Mi dispiace - dice Rossi - la vittoria la dedico a lui"
Sei emozionato?
"No. A me viene solo da ridere".
Però una gran bella gara con una vittoria tutta italiana,
Max e Loris con te sul podio.
"Si, avversari fortissimi, ambedue, alla fine abbiamo lasciato
un segno in questo campionato. Siamo sempre stati i migliori, in prova
ed in gara. Anche in questa che è stata proprio uno show, con
sei piloti sempre vicini..."
Una corsa difficile?
"Una corsa non pulitissima, a dir la verità, anzi in alcuni
momenti, con Haga e Barros, abbiamo preso qualche rischio di troppo,
specie quando Noriyuki ha perso l'anteriore ed Alex, per evitarlo, si
è spostato di colpo passandomi davanti. Ci siamo sfiorati più
volte. Sarebbero bastati pochi centimetri in più e, forse...".
Lascia in sospeso il pilota della Honda e, comunque, la sensazione
è che non abbia corso pensando al mondiale.
"Ho fatto la mia gara cercando di vincerla. Ho tentato la fuga,
ma non c'è stato verso, Biaggi mi è subito venuto a prendere,
poi è arrivato anche Capirossi ed è stato allora che ho
pensato: eccoci di nuovo qui tutti e tre. Poco dopo ho capito che Loris
era in crisi con le gomme, invece Biaggi andava... così, pur
cercando di tenere il ritmo alto, l'ho fatto passare studiandolo un
po'. All'ultimo giro l'ho superato nel rampino".
La vittoria più bella?
"Donington ero caduto in prova e partivo dalla terza fila con l'11°
tempo. Rimontare e vincere sembrava impossibile, invece...".
La vera svolta del campionato?
"Brno. Dopo la brutta gara del Sachsenring quel successo ci ha
rilanciato...Biaggi era arrivato ad appena dieci punti...".
Nessuno ha mollato.
"Hanno lavorato tutti bene anche i ragazzi dell'hospitality che
preparavano la pasta".
Non nasce per caso, un mondiale, nemmeno il terzo, dopo quelli della
125 nel '97 e della 240 nel '99. Un trittico riuscito solo a Phil Read,
mentre Mike Hailwood conquistò 250, 350 e 500.
"Sono in buona compagnia, no? Del resto quando si parla di campioni
questi sono i nomi che si fanno: Read, Hailwood ed Agostini".
Il pensiero ora riva ai tre mondiali.
"Il più bello è stato il primo, in 125 perché
quando hai diciotto anni e sogni quel momento da sempre non stai a pensare
che hai vinto solo il titolo della 125 e quelli della 500 sono più
bravi. I ragionamenti vengono in seguito, quando capisci che la 250
è già più impegnativa e la 500 difficilissima,
tanti cavalli, la scelta delle gomme, la paura di scherzare con il gas
".
Nove vittorie alle spalle, quest'anno, non si poteva fare di meglio!
"Ho avuto una grande moto. Avevo chiesto alla HRC di prendere provvedimenti
e proprio qui, a Phillip Island, ha debuttato la NSR 2001."
Un anno caratterizzato da lucidità e determinazione: è
questa la forza di Valentino?
"Anche la concentrazione e la calma. Nelle altre due vigilie faticai
a dormire qui invece ho fatto fatica a svegliarmi.
Quest'anno c'era pure la mamma.
"Ha fatto ventimila chilometri e poi ha visto la gara in TV, proprio
come se fosse stata a casa...era troppo nervosa. Mi hanno fatto piacere
anche i tifosi del fans club. Loro non mancano mai".
Tifoseria accanita quest'anno.
"Si, ma era inevitabile perché io, Max e Loris siamo troppo
diversi l'uno dall'altro, ed anche i tifosi lo sono"
Il prossimo anno tiferanno per il numero uno...
"Si ma non lo metterò sulla carenatura quel numero non mi
piace. Terrò il 46"