l'intervista 26/3/2004
Roberts sr.: per vincere la Yamaha deve cambiare
Kurtis Roberts, per il momento, è rimasto a casa.
La spalla, slogata nella caduta di Valencia, sarebbe stata a posto per
gli ultimi due giorni di test, a Jerez, ma il suo team manager, nonché
padre, Kenny Roberts senior, ha preso la decisione per lui.
"Ci vediamo a Welkom, in Sud Africa, gli ho detto, e lui, naturalmente,
ha obbedito - racconta con un ghigno King Kenny 1°, che prosegue
- qui abbiamo una sola moto, che guida Aoki, ma il motore è ancora
il vecchio V-5 che è lontano dal fornire la potenza di cui abbiamo
bisogno".
Tutto il resto, però, è nuovo.
"Barnard ha fatto una buona moto - prosegue il grande californiano
- ma ci manca potenza. Speriamo di averla per il GP di Francia o d'Italia.
Stiamo pensando, comunque, a cambiamenti radicali. Il nuovo motore avrà
lo stesso angolo di apertura di quello Honda, 75°. Toglieremo anche
un contralbero".
Il progetto, dunque, va avanti.
"Certo, prosegue - conferma Kenny - abbiamo un contratto con la
Proton sino alla fine del 2004. Per il futuro vedremo".
Non è un mistero che Roberts abbia parlato con la KTM. Qualcuno
ha detto anche che ci sia stato un contatto con l'Aprilia.
"Con la KTM è vero, quanto all'Aprilia, no. Non sono più
stato da loro dai tempi del tre cilindri 2 tempi. Un tre cilindri 4
tempi non mi interessa".
Segue, Kenny, con attenzione, i progressi di Rossi
con la Yamaha.
"Lui, Valentino, non si discute
ma la Yamaha
non cambieranno
mai. Gli manca la mentalità vincente. Anche adesso, lavorano
molto, ma in squadra non sembrano avere nessuno in grado di gestire
Rossi. Ed invece è necessario perché durante la stagione
la gestione sportiva diventerà fondamentale. Credo di essere
stato il solo a tenere testa ai giapponesi, ma non sono riuscito a cambiare
la loro mentalità".
L'arrivo di Kurtis è stata una ventata di aria
fresca, per quanto riguarda la scuola americana, che ha dominato la
scena negli anni '80 e primi del '90.
"C'è stato un periodo in cui eravamo i re
un bel periodo
perché eravamo tutti più giovani - ricorda Roberts con
un sorriso che non è nostalgico - oggi negli Stati Uniti è
più difficile per un pilota emergere perché correre costa
di più. L'arrivo dei quattro tempi ha comportato un aumento dei
costi. Con i 2T era tutto più economico. Ma vi ricordate in quanti
eravamo? Steve Baker, Pat Hennen, io, Mike Baldwin, Bubba Shoberts,
solo per ricordare i più anziani. E poi Eddie Lawson,Freddi9e
Spencer, Rainey, Kevin Schwantz, sembrava un filone inesauribile
".
Magari la vena, con Kurtis, si potrebbe riaprire. Chi
lo sa, potrebbe arrivare un altro Roberts, Khristen, la terza figlia
del marziano?
"No, lei no, per fortuna - esclama divertito Kenny - ma attenzione,
io sono nonno e suo figlio ha già otto anni ed una predisposizione
naturale per le moto
ehi, ragazzi, la saga dei Roberts non si fermerà
mai!".
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