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Roma 25/10/2001
Rossi: "Cara Honda, la moto con cui correre la decido io"
Non pensa di essere il nuovo Doohan, né di riuscire, come il grande australiano, a vincere cinque mondiali di fila, Valentino Rossi. intanto però la Honda, dopo avergli fatto tenere a battesimo l'anno passato uno scooter e all'inizio della stagione una CBR 600, personalizzata con i suoi colori, dopo il titolo mondiale della 500 lo ha eletto testimonial della nuova Hornet 900, giovedì 25 ottobre a Roma, nella sede della Honda Europa.
Nell'occasione, ovviamente, Vale ha parlato anche dei suoi rapporti con la casa giapponese, dopo le recenti affermazioni, fatte in Malesia, a proposito della firma del contratto.
"Non ho ancora firmato - ha detto - perché nel contratto esiste una clausola che prevede che nel 2002 io guidi la RC 211 V quattro tempi. Però io, prima, voglio provarla ed a fondo, non gli otto giri fatti a Suzuka. Il rischio, infatti, è quello di lasciare la mia attuale NSR 2001, una moto molto competitiva, nelle mani di piloti molto forti, come Capirossi, Barros e Katoh. Per questo motivo il 26 novembre faremo dei test a Jerez, in Spagna e poi decideremo".

La Honda, dunque, ha chinato la testa, accettando che Rossi provi nuovamente il prototipo prima di firmare.

"Abbiamo convinto i giapponesi - spiega il team manager Carlo Fiorani - che dal test, comunque vada, Rossi non potrà trarre informazioni eventualmente utili alla concorrenza. Anche perché in realtà il desiderio comune è quello di continuare assieme".

''Voglio solo essere sicuro che la RC 211 V abbia risolto i problemi che io riscontrai nel primo test - ha proseguito Rossi - quando la guidai, quella, più che una moto da competizione, sembrava uno di quei prototipi da salone che poi non vedono mai la luce. Troppo piccola, per la mia statura, assolutamente inefficiente l'aerodinamica. I collaudatori giapponesi non se ne erano accorti perché sono molto più piccoli di me come statura. Il problema non è assolutamente il motore, che ha un buon potenziale, ma la ciclistica".

Il punto dunque è, cosa accadrà dopo il 26 novembre se la RC 211 V non dovesse essere competitiva? Rossi è stato categorico.

"Non firmerò per corrervi. Nella mia attuale posizione non posso accettare di iniziare il mondiale partendo da sconfitto. Se dipendesse da me io inizierei il campionato con l'attuale NSR per poi passare alla quattro tempi quando questa sarà competitiva".

Non si vede, però, l'alternativa, in caso di rottura. Rossi parla dell'Aprilia, ricordando i suoi ottimi rapporti con Ivano Beggio, ma riconosce anche che in quel caso più che di moto non ancora competitiva si può parlare di moto...fantasma, visto che ancora non esiste. Quanto ad un passaggio ai rally è ancora più drastico: "sono la mia passione, tifo McRae e vado bene, ma non è così semplice", spiega.

"Peccato non essere come Schumacher - aggiunge poi - La Ferrari in lui crede ciecamente. Ma è anche vero che io sono alla Honda da meno tempo. Mi piacerebbe, però, maggiore fiducia da parte della Honda".

Del mondiale che finirà sabato 3 novembre a Rio, in Brasile, Valentino Rossi cambierebbe un unico episodio.

"Farei più piano la penultima curva al Mugello", dice ricordando la caduta.

Il momento più difficile è stato invece il GP di Germania.
Quando Biaggi vinse e si portò a soli dieci punti. Diventando un rivale realmente pericoloso.

"E' stato il mio più grande avversario ed ha sempre provato a vincere - riconosce Valentino - qualche volta è andato oltre ed è caduto, ma in un mondiale così difficile, ci sta anche questo. Degli errori che ha fatto poteva solo evitare il tamponamento di Roberts in Malesia, ma non lo crocifiggerei per questo. Quando ad una eventuale sfida fra di noi a moto invertite, credo sia un'idea irrealizzabile. Ognuno ha la sua opinione, comunque io non penso che la sua Yamaha fosse così poco competitiva rispetto alla mia Honda"

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