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il fatto 24/2/2005
Kanemoto: se la Honda gli darà ciò che chiede sarà l’anno di Biaggi

Erv Kanemoto non ha bisogno di presentazioni. Con lui Biaggi ha vinto un mondiale, in 250, sfiorandone un altro, l’anno del debutto in 500. Ma il tecnico nippo-americano è stato anche l’uomo dei successi di Freddie Spencer e della sfida, vinta, con Eddie Lawson. Per questo, dopo averlo avuto per anni al suo fianco la Honda l’ha cercato nuovamente nella stagione della sfida faccia a faccia con la Yamaha. Aveva bisogno del migliore. Un compito difficile al quale Erv, come sempre, sta dedicando tutto se stesso.

Sei tornato nella squadra con la quale hai lavorato, più di dieci anni fa, con Gardner e Spencer in un momento difficile: per la prima volta, nel 2004, dopo tre titoli consecutivi, l’ l’HRC non ha vinto nemmeno un Gran Premio.
“So che è una bella sfida, da affrontare. Del resto la mia passione per le corse è nota ed è comune all’interno del team. Tutti sappiamo che l’HRC ha le capacità di creare sia una squadra che una moto vincente e lavorare con loro sarà senza dubbio una esperienza interessante. Al momento sono in una fase di studio. Sto imparando a conoscere il team, anche se nel passato ho lavorato con alcuni dei suoi componenti, come Pete Benson e Hideki Iwano, i due capi-meccanici. Mi sto impegnando anche per scoprire le caratteristiche della moto, completamente nuova per me. Siamo partiti con le due sessioni di prove in Malesia e con i tre giorni in Australia, con le moto del 2005. Ora l’obiettivo primario è quello di capire la nuova RC211V ed aiutare a svilupparla”.

Il team è stato sottoposto ad una ristrutturazione totale: meccanici, tecnici, management…quali possono essere I problemi?
“I nuovi team hanno solitamente bisogno di un periodo di adattamento: quando metti assieme gente che non ha mai lavorato insieme ci vuole un po’ di tempo per far si che esse si conoscano. Fortunatamente abbiamo avuto abbastanza tempo durante questi test invernali per trasformarci in una squadra compatta”.

Pensi che la RC211V possa evolversi ancora molto o credi piuttosto che sia già al limite?
“Non conosco la moto al 100%, ma come ho detto le case impegnate nel mondiale lavorano molto duramente, e sviluppano continuamente il proprio progetto. La RC211V si evolverà durante questi test ed anche durante certi momenti della stagione”.

Pensi che l’attuale MotoGP sia al livello della 500 degli anni d’oro, quella di Gardner, Spencer, Lawson, Rayney, Schwantz...?
“Io penso che la MotoGP stia vivendo un grande momento. Una cosa buona sia per lo sport che per la categoria in generale, visto lo sviluppo continuo che stanno facendo le case, sempre più coinvolte in questa classe con nuove idee e tecnologie avanzate. Non dobbiamo dimenticare che la MotoGP è una creazione recente, per questo cresce e si sviluppa anno dopo anno, dando anche a nuove case la possibilità di entrare. Dal punto di vista dei piloti sono convinto che non sia cambiato nulla: per diventare il numero uno c’è bisogno di qualità, sforzi, consistenza. Tutte doti che erano e sono necessarie per essere il migliore. Le moto però sono cambiare e ciò ha addirittura elevato il livello della categoria. Per questo io sono convinto che il livello dei livello sia addirittura aumentato”.

Sei stato lontano dalle corse per un paio di stagioni, poi sei rientrato con la Suzuki ed infine sei ntornato alla Honda. Che cosa è successo per far sì che ciò accadesse?
“Sono stato contattato da gente della Honda che mi ha chiesto se io fossi disponibile a lavorare con il team Repsol-Honda nel 2005. E la verità è che la proposta mi ha sorpreso. Ho iniziato a lavorare con l’HRC, che a quei tempi si chiamava Honda-Racing nel 1982, mentre la mia ultima stagione con loro è stato il 1988. Da quel momento in poi iniziai a lavorare per la mia struttura: nel 1989 arrivò Eddie Lawson ed assieme vincemmo il titolo mondiale della 500. Da allora la storia dell’HRC è sempre stata costellata di successi, per questo sono rimasto stupito che si ricordassero di me e quando l’offerta è stata formalizzata ho pensato che avrei potuto lavorare con la migliore squadra, la migliore squadra ed i migliori piloti. Ovviamente quando ho accettato sapevo che il lavoro non sarebbe stato facile e che raggiungere l’obiettivo rimane una grandissima sfida. Se le cose andranno bene ci batteremo per il titolo, ma questo è quanto pensano anche tutte le altre squadre ed è per ciò che non sarà facile”.

Parliamo dei tuoi piloti. Tu conosci bene Max Biaggi, con lui hai vinto il titolo della 250 nel 1997 e sei arrivato secondo nel mondiale della 500 nel 1998, in cosa è cambiato da quando vi siete separati?
“Sì, è vero, conosco Max molto bene. Abbiamo lavorato assieme, per la prima volta, nel 1993. Negli ultimi anni, però, non l’ho seguito molto semplicemente perché non sono venuto alle gare, ma da quel che so Max è un pilota che si concentra totalmente sull’obiettivo durante le gare, come tutti quelli che vogliono battersi per il titolo. Se avrà la moto e la squadra di cui ha bisogno Max sarà molto competitivo, senza dubbio uno dei migliori e sono sicuro che si batterà per il titolo”.

Perché con le sue qualità e la sua velocità Max non è ancora diventato campione del mondo?
“E’ difficile rispondere…forse per una serie di circostanze che ti permettono o non ti permettono di riuscirci allo stesso tempo: la moto, la fortuna, le circostanze, sono particolari molto importanti in questo lavoro”.

E’ questa per Max la migliore opportunità per vincere il titolo?
“Sì. E’ possibile ed io spero che questo sia il momento in cui le cose funzionino. Le prossime settimane prima dell’inizio del mondiale saranno critiche, molto importanti per noi, perché dobbiamo dare a Max la moto di cui ha bisogno per battersi per il titolo. Sono sicuro che se ci riusciremo, Max avrà la possibilità di laurearsi campione del mondo”.

E’ vero che Max è uno dei migliori piloti nei test per sviluppare la moto?
“Non conosco tutti gli altri piloti, ma Max è molto bravo a sviluppare la moto, senza dubbio uno dei migliori, e principalmente a causa della sua esperienza e sensibilità sulla moto. E’ in grado di accorgersi all’istante di ogni singolo cambiamento che avviene ed è in grado di analizzarlo pensandoci senza riposo…è un lavoratore infaticabile”


Oltre che con Max, lavorerai con un tuo compatriota, un giovane nel quale la Honda ripone la sua fiducia. Come va il lavoro con Hayden?
“E’ vero che ho speso più tempo con max che con Nicky, per il momento, ma c’è una ragione. Sto provando a capire la moto e la strada da seguire per farla evolvere correttamente…voglio dire: è necessario imboccare la strada giusta, ed io penso che Max è assai preparato per aiutarmi, grazie alla sua esperienza. Una volta che avrò le informazioni di cui ho bisogno, ed una volta imboccata la giusta direzione, inizierò a lavorare con entrambi, anche se ognuno di loro ha il suo stile di guida. Sono qui per entrambi, con l’intera squadra, ma al momento devo capire la moto, e farlo rapidamente, e questo è il motivo per cui sono rimasto così vicino a Max”.

A che livello di maturità pensi sia Hayden? Pensi che possa vincere qualche Gran Premio od addirittura il titolo?
“Beh, non è facile per nessun pilota battersi per la vittoria,specialmente perché tutti perseguono questo obiettivo e molti di loro sono veramente ottimi piloti. Il discorso del titolo è ancora più complicato, ma ciò che voglio dirvi è che ci sono molti fattori che influenzano i successi di un pilota. In ogni caso Hayden ha il potenziale per diventare un vincente, e se non ora, presto”.

Parliamo della sfida. Il pilota e la moto da battere sono Rossi e la sua Yamaha. Come li ha visti durante i test invernali?
“La verità è che non li ho seguiti molto, perché ero parecchio occupato a capire ciò di cui disponevo, così il tempo di osservare I nostri rivali non c’è stato. Sappiamo un mucchio di cose in generale sugli avversari, ma niente di specifico, solo che saranno ossi duri. Sappiamo che Valentino e la sua moto sono una grande coppia, che il team è forte…sanno ciò di cui ha bisogno Rossi. Tutti credo conoscano il potenziale di Valentino”.

Quali saranno gli altri contendenti per il titolo?
“Il favorito è Rossi, ma per il titolo si batteranno anche Gibernau, Capirossi, Barros, oltre a Max e Nicky. Sono gli stessi piloti di questi ultimi anni”.

C’è da attendersi qualche sorpresa?
“Da Tamada. Penso che sia lui che la sua squadra sono in grado di adattarsi alle nuove gomme. Possono fare un ottimo lavoro e chissà, magari riservarci anche qualche sorpresa…Un altro pilota che potrebbe farcela è Hopkins. La Suzuki ha fatto un bel passo in avanti e se la sua squadra farà un buon lavoro, Hopkins sarà competitivo”.

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