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Yamaha ad Assen 22/6/2005
IL PUNTO DI VISTA TECNICO

Il decennale successo e la popolarità della gara di Assen sono in parte dovuti alla sua capacità di modernizzarsi senza perdere minimamente la sua personalità ed attrattiva. Nato come circuito cittadino lungo 28km, è stato accorciato in due diverse occasioni per adattarsi alle nuove normative dei regolamenti del motomondiale. L’ultima di queste modifiche è stata fatta durante l’inverno alle curve De Bult e Ruskenhoek. Queste modifiche hanno portato la lunghezza del circuito a 5.997 metri. Nonostante quest’ultimo “accorciamento”, il tracciato di Assen rimane il più lungo del calendario della MotoGP e continua a mantenere il suo nome “stradaiolo” che gli dà un fascino unico.

Visto la natura tortuosa del tracciato, la pista di Assen è una delle più guidate di tutto il calendario. La maneggevolezza sarà quindi fondamentale in particolare sulle velocissime chicane e sui cambi di pendenza – questi ultimi rassomigliano più a quelli che si possono trovare su una strada cittadina che su un circuito. Questa caratteristica è di per sé una delle ragioni che rendono Assen una pista che divide i piloti veri da quelli di medio livello: i piloti che saranno in grado di mantenersi su una traiettoria stretta potranno beneficiare della maggiore trazione offerta dalla parte più inclinata, ma dovranno allo stesso tempo, avere delle sospensioni che siano in grado di compensare i carichi di uno sforzo del genere.
Per ottenere un buon risultato ad Assen bisogna, prima di tutto, avere una ciclistica che offra sia agilità che stabilità. E’ un equilibrio sempre molto difficile da trovare. Per questa ragione i piloti del team Fortuna Yamaha continueranno ad utilizzare le geometrie di base che hanno utilizzato nelle ultime gare, cercando delle regolazioni più precise per le sospensioni e le gomme con il giusto profilo per ottenere il massimo dal telaio.

La combinazione di curve veloci, buoni livelli di grip dell’asfalto e gli estremi cambi di pendenza che producono forze G-negative, richiedono regolazioni delle sospensioni che siano in grado di affrontare tutto ciò. Per evitare lo “schiacciamento” del posteriore sotto le sollecitazioni dell’accelerazione, la molla posteriore sarà regolata in modo più rigido, alterando, in questo modo, l’usuale equilibrio tra anteriore e posteriore della M1. Tuttavia, per assicurare una guida docile e per far sì che le sensazioni di guida non vengano compromesse, l’affondo sarà regolato di conseguenza. Sarà quindi diverso da quello utilizzato a Barcellona e cercherà di rendere più prevedibili le derapate e di limitare il consumo delle gomme.

Anche se la molla posteriore sarà più rigida di quella utilizzata dalla Yamaha su un circuito come il Mugello, l’anteriore darà comunque sensazioni più “morbide”. Questo è possibile per la minore necessità di frenate violente sul sinuoso circuito.
Con una velocità massima che raggiunge i 300kmh Assen non è il circuito dove si raggiungono le velocità di punta maggiori, soprattutto se paragonato ai 337kmh del Mugello. Ma il Dutch TT ha la caratteristica di mantenere una velocità media altissima pur non raggiungendo velocità massime eccezionali. In questo senso Assen è uno dei circuiti più veloci del calendario. Per questa ragione è un circuito estremo e che richiede molta fatica, non solo per i piloti e la ciclistica, ma anche per le gomme. Fortunatamente il grip è sempre molto buono senza che l’asfalto sia troppo abrasivo, anche se quasi tutta la gara si svolgerà sui profili esterni delle gomme.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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