28/7/2006
La
Ducati abbandona la Superbike Americana
La Ducati si prepara ad abbandonare il Campionato Superbike
AMA. Alla base della decisione, motivi di ritorno e di costi.
“ E’ vero, ne stiamo parlando – ci ha confermato telefonicamente
Paolo Ciabatti, responsabile della Superbike – il problema è
che la Superbike AMA, per via degli spostamenti sul territorio americano,
costa quasi quanto il Mondiale SBK. Il regolamento, inoltre, è
diverso su alcuni punti, e questo ci obbliga a schierare una modo diversa
da quella di Troy Bayliss per Neil Hodgson e Ben Bostrom. Non possiamo,
per esempio, intervenire a livello di primarie, per di più dobbiamo
utilizzare un albero motore più pesante, a scapito delle prestazioni”.
Attualmente il team ufficiale nel campionato AMA (American Motorcycle
Association) è il Ducati Parts Unlimited.
“L’impegno è divenuto economicamente importante, ma
non è solo questo, c’è l’impegno umano –
prosegue Ciabatti – infatti dobbiamo stanziare in America uno dei
nostri tecnici, l’ingegnere Gabriele Maccio. Le risorse della Ducati
non sono infinite…e poi c’è la questione del mercato.
Attualmente vendiamo negli USA circa 9000 pezzi. Il mercato è in
crescita, ma dobbiamo anche tenere conto che in Italia abbiamo messo circa
100 persone in cassa integrazione. Ci sono degli equilibri da rispettare.
Il campionato americano è costoso anche dal punto di vista degli
ingaggi dei piloti, anzi, addirittura più di quello Superbike,
sotto questo aspetto, visto che stiamo parlando di cifre comprese fra
i 700.000 ed 1,4 milioni di dollari”.
Insomma, non è stata presa alcuna decisione, ma la Ducati viaggia
verso l’abbandono del mondiale Superbike americano. Per, ovviamente,
continuare ad essere competitiva dove conta: nella MotoGP e nella Superbike
iridata.
“Già - conclude Ciabatti – pensiamo che la nostra presenza
vincente in queste due categorie possa essere sufficiente”.
|