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25/3/2005
Yoda crede nella forza della Kawasaki

L’arrivo di Valentino Rossi alla Yamaha nel 2004 non è stato indolore. Praticamente l’intera squadra, escluso il telemetrista Matteo Flamini, oggi con Vale, è stata costretta a fare fagotto. E se quasi tutti i meccanici hanno trovato una sistemazione alternativa, per alcuni tecnici il processo è stato più lungo. Dopo un anno passato nelle retrovie, per esempio, Fiorenzo Fanali, uno degli uomini storici del motomondiale (da Agostini a Biaggi, passando per Eddie Lawson) è finalmente approdato alla Kawasaki, dove da quest’anno si occupa di Shinja Nakano. Un passaggio clamoroso, certo, per un uomo da sempre legato alla Yamaha, ma non quanto quello di Ichiro Yoda, progettista della casa di Iwata da 28 anni.
Chiamato ad intervenire sulla M1 prima maniera, quella per intenderci che non arrivava a 900 cc ed era alimentata a carburatori, con testa a cinque valvole, un pezzo di modernariato, Yoda ha svolto un ottimo lavoro, ma alla fine non si è più trovato in sintonia con i vertici, preferendo emigrare anch’egli alla Kawasaki, dove ha ritrovato Fanali, Nakano…ed un grande entusiasmo.

“Cercavo una nuova sfida che mi ridesse entusiasmo, quando ho deciso di lasciare la Yamaha alla fine dello scorso anno. Volevo rimanere nel mondo delle corse e l’offerta della casa di Akashi è arrivata al momento opportuno”.

Per entrambi, visto che recentemente la Ninja ZX-RR è passata da un motore “screamer” ad un big bang.

“Si. Quando sono arrivato alla Kawasaki il progetto era già avviato, così attualmente siamo impegnati su due fronti: rispondere alle esigenze di sviluppo attuali, per poter competere quest’anno e nel contempo gettare le basi per un grosso passo in avanti nel 2006. Per questo motivo la parte ciclistica della ZX-RR non è stata quasi del tutto toccata. La conosciamo bene e così possiamo renderci conto dei progressi del motore”.

Per quale motivo è stata decisa questa evoluzione?

“Soprattutto perché il big bang è più amichevole con le gomme e consente al pilota un controllo dell’erogazione della potenza migliore man mano che gli pneumatici si degradano. Questi motori di 990 cc erogano un mucchio di cavalli, ma poi la potenza deve essere messa sull’asfalto, cosa che è più difficile da fare con i propulsori screamer”.

E’ un vantaggio poter lavorare con Fanali e Nakano.

“Certo. Ci conosciamo tutti e tre piuttosto bene, quindi la comunicazione ne è stata avvantaggiata. La Kawasaki è una grande Azienda, che non si occupa solo di motociclette, ma il cui know-how comprende la progettazione di grandi navi e di navicelle spaziali. Ho trovato una grandissima competenza tecnica e ciò aiuta”.

Nakano e Hofmann sono due piloti fisicamente molto diversi e guidano anche in modo differente, ciò non pregiudica lo sviluppo?

“No. E’ vero che Alex pesa 20 Kg più di Shinja ed è molto più alto, ma queste differenze riverberano più sull’assetto fine delle regolazioni dell’assetto, che sul progetto globale. Del resto entrambi hanno apprezzato la migliore erogazione della potenza del motore big bang”.

La Kawasaki finora ha realizzato un solo podio in MotoGP, che tempistica vi siete dati per la prima vittoria?

“Competere significa anche vincere e la Kawasaki non vuole certo stare in MotoGP per far numero. Il primo obiettivo è rendere competitiva la ZX-RR, quindi affidarla a piloti in grado di portarla sul gradino più alto del podio. Già da questo anno dovremmo vedere dei miglioramenti ma il nostro impegno iniziale prevedeva un piano quinquennale che doveva portare la Kawasaki a battersi per il titolo nel 2007. E’ un impegno realistico e contiamo di mantenerlo”.

(a.p.)

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