2/11/2005
L’assetto a Valencia
Il circuito di Cheste è lungo 4.005 m, con un totale
di 14 curve, nove a sinistra e cinque a destra, ed un rettilineo di 650
metri. Sorprendentemente, su questo breve rettilineo, si raggiungono velocità
di circa 305 km/h, sia in ragione del fatto che si tratta di una sezione
in pendenza, sia del fatto che la prima curva viene presa alla discreta
velocità di oltre 140 km/h. A dispetto del veloce rettilineo, Cheste
è il secondo tracciato più lento del Campionato della MotoGP,
con una velocità media di soli 155 km/h, leggermente più
alta di quella del circuito portoghese dell’Estoril.
Per poter fare una buona gara a Valencia, è necessario preparare
la moto in modo che sia agile e leggera. Le curve si susseguono per tutto
il giro ed una moto maneggevole è senz’altro fondamentale
per segnare un buon tempo di giro. In generale, si può dire che
in questo circuito sia auspicabile accorciare l’asse delle ruote,
e spesso vengono preparati dei dischi speciali, per far sì che
la moto possa affrontare più facilmente le curve. Questa messa
a punto può comunque creare delle difficoltà nella curva
uno, nella curva sette e nella curva finale, in cui i piloti devono frenare
mentre la moto è inclinata, e questo ostacola la governabilità,
dato che oltretutto questi dischi speciali possono accentuare il problema.
Anche nella curva finale i piloti devono cambiare dalla quarta alla prima
mentre la moto è inclinata sul lato in cui si trova il cambio,
cosa che rende piuttosto difficile trovare una buona traiettoria di gara
attraverso la curva.
Sebbene Cheste non sia un circuito ad alta velocità, i punti di
frenata sono comunque bruschi e difficili e gli ammortizzatori delle sospensioni
vanno tarati in modo regolare. Il più del movimento sulla forcella
anteriore si verifica sul breve rettilineo che porta alla curva due, senza
dimenticare anche la difficile curva 12, in cui all’improvviso la
pista comincia a salire, esercitando una pressione addirittura maggiore
sugli ammortizzatori anteriori. Fortunatamente il tracciato è in
ottime condizioni e non è molto ondulato, ragion per cui possono
essere tranquillamente preparate delle molle rigide.
Neanche le sospensioni posteriori danno troppi pensieri, sebbene non dobbiamo
dimenticare che il posteriore tende ad affondare durante l’accelerazione,
quando l’acceleratore è aperto a basse velocità, ed
anche quando i piloti accelerano durante la lunga curva, con la moto inclinata.
Per contrastare quest’effetto, possono essere irrigidite ulteriormente
le molle oppure possono essere regolati i freni idraulici dell’ammortizzatore
posteriore in modo da mitigare la compressione e l’effetto affondante,
in questi punti della pista.
Un altro fattore importante da considerare quando si mette a punto la
moto, è il sistema dei freni. Un sistema dei freni ben regolato,
che aiuta il pilota a curvare agevolmente, è fondamentale per segnare
dei buoni tempi, qui a Valencia.
A Cheste vengono usate tutte le marce durante il giro: tre curve vanno
prese in prima, sette in seconda, altre tre in terza ed infine, la curva
"13" va presa in quarta. E possiamo affermare che la curva sette
vada presa in quinta, sebbene bisogna frenare contemporaneamente, in vista
della curva "otto". Dato che la velocità massima sul
rettilineo non è molto elevata, è relativamente semplice
regolare bene i rapporti del cambio.
La scelta dei pneumatici non è molto difficile a Cheste, dal momento
che non si tratta di un circuito che causa loro un’usura eccessiva.
L’unica cosa da tenere d’occhio è il lato sinistro
dei pneumatici, dato che ci sono molte più curve a sinistra che
a destra e quindi è possibile che i pneumatici si usurino molto
nella curva "13".
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