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Test Irta, Sepang 20-22/1/2004
Biaggi vince la volata con Gibernau
Hanno atteso gli ultimi minuti per lanciare la volata, Max Biaggi e Sete Gibernau. Era la fine dell'ultimo giorno di lavoro, forse il più duro, ma non ce l'hanno fatta a rinunciarvi. Così, montata la gommetta giusta, una Michelin extrasoffice da tempo, hanno imboccato la corsia del box per l'ultimo giro lanciato, prima l'italiano e poi lo spagnolo, concludendo il proprio lavoro in modo identico: una lunghissima impennata dall'uscita dell'ultima curva, fin sotto il traguardo.
La telemetria, alla fine, li ha comunque separati, seppure per un'inezia: Biaggi ha fatto 2.02.585, Sete 2.02.70.
Entrambi sono andati largamente al di sotto del record della pista, ma la pole position di ottobre, di Valentino Rossi, 2.02.480, seppure di pochissimo, ha tenuto.
Più che il giro veloce - pur notevolissimo - comunque, impressionante è stato il passo tenuto dai due piloti di riferimento della Honda, Biaggi e Gibernau. Tutti e due, infatti, hanno girato costantemente e con facilità sotto i 2.04, ed anche quando Sete è stato costretto a cambiare motore per una rottura (l'unità è poi stata sostituita per precauzione anche a Biaggi), il ritmo non è cambiato.
Si è un po' smorzato, invece, l'entusiasmo per le nuove coperture Michelin anteriori da 16.5 pollici. Biaggi le ha provate per 40 minuti alla fine della giornata, Sete le aveva già scartate il secondo giorno, continuando comunque a lavorarci, ma l'indicatore più attendibile è stato Colin Edwards, che ha dovuto ammettere che i suoi colleghi hanno ragione: dopo cinque giri a manetta il loro rendimento cala drammaticamente.
"Può essere il futuro, la Michelin ci crede molto - ha detto Biaggi - ma bisognerà lavoraci ancora per scalzare la roccia che è la gomma da 17"".
Rimanendo in tema di pneumatici, comunque, una bella battuta d'arresto l'ha avuta anche la Bridgestone, visto che in tarda mattinata Tamada ha desciappato una slick posteriore mentre era a 250 Kmh in pieno rettilineo. La mescola, staccatasi dalla carcassa, gli ha divelto codino e una marmitta, ma Makoto è stato capace di rimanere in piedi, per fortuna.
Si lavora, dunque, e su tanti fronti. La Honda, con Ukawa, sembra a buon punto con il prototipo nero carbonio che Tohru ha portato sino a 2.03.2, eguagliando il terzo miglior tempo di Nicky Hayden. Il motore spinge forte, ma l'impressione è che l'oggetto misterioso di Sepang non calcherà troppo presto le piste del mondiale. Perlomeno non tutto assieme. Magari prima arriverà il forcellone posteriore, un monolite impressionante, poi il telaio ed infine il motore. Se servirà.
Già perché bisognerà prima vedere, più avanti questa settimana, cosa sarà capace di fare la Yamaha con Valentino Rossi.
L'attesa, in Malesia, è tutta per il campione del mondo.
Intanto, però, la sfida è stata lanciata. La Honda è tranquilla.
La Yamaha, per il momento, un po' nervosa, ma è normale.
La Kawasaki tranquillamente al lavoro, perché la nuova Ninja va decisamente meglio, mentre la Suzuki pare sempre nel medesimo vicolo cieco nel quale si è ficcata due anni fa decidendo il debutto anticipato. Ieri nei box di Roberts junior c'era ancora Erv Kanemoto, ma ancora in borghese e senza contratto. Ed il team, decisamente isterico, non ha rilasciato tempi. Hopkins, poi, a tarda sera, dirà: "abbiamo una moto nuova, ma con i vecchi problemi".
C'è qualcos'altro da aggiungere a commento?


I tempi ufficiosi:

Biaggi (Honda) 2.02.581
Gibernau (id.) 2.02.70
Hayden (id.) 2.03.2
Ukawa (id.) 2.03.2
Edwards (id.) 2.03.37
Tamada (id.) 2.03.5
Nakano (Kawasaki) 2.04.84
Ofmann (id.) 2.05.28

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