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IL FATTO 30/08/2009
Vince Lorenzo. De Angelis OK: è secondo. Hayden sul podio. Rossi e Pedrosa in terra
Lorenzo subito dopo il sorpasso a Rossi E adesso, cribbio, come raccontare che Valentino Rossi, che per vederlo a terra bisogna prenderlo di mira con la doppietta, è scivolato in una strisciata che non finiva più; che Pedrosa (più aduso alle cadute, ma che qui ad Indianapolis 2009 era parso invincibile) era ruzzolato ancor prima di lui; che De Angelis (licenziato da Gresini e senza una idea precisa di che fare l'anno prossimo) ha conquistato un secondo posto strepitoso, dopo un weekend carico di magia; che Hayden, il bistrattato Hayden, rigenerato dall'aria di casa (anche i cow-boy soffrono) ha conquistato un sorprendente (e quasi liberatorio) podio per la Ducati. Che c'è mancato un pelo (tradotto poi in cinque decimi, ma erano stati nemmeno un paio) che Dovizioso non gli scippasse la posizione, consentendo a due italiani di salire sul podio proprio nel giorno nero di Vale.

Non solo di Vale. La gara di Pedrosa è praticamente finita al terzo giro, quando lo spagnolo si è semplicemente coricato a terra, in un breve tratto dritto. Ha ripreso, ma abbondantemente in ultima posizione. Così, al comando sono rimaste tre Yamaha (Rossi, Lorenzo, Edwards) inseguite da un ringhiante De Angelis. Tanto aggressivo, da infilare senza ritegno il più anziano collega americano e portarsi, all'ottavo passaggio, in terza posizione. Oh-oh.

Due posti più avanti, cambio di posizione tra Rossi e Lorenzo. Al nono giro, lo spagnolo si è portato al comando, e l'italiano si è assestato alle sue spalle. Dietro De Angelis, Hayden faceva fuori Edwards. Ma la notizia davvero brutta, per la Yamaha, era che Rossi scivolava. Una scivolata lunghissima, punteggiata da scintille, che lo faceva finire nel prato. Riprendeva, ma ritrovandosi dalle parti di Pedrosa: per la precisione, penultimo lui, ultimo Dani. Davanti, primo Lorenzo. De Angelis, secondo.

La caduta di Rossi Al tredicesimo giro, Valentino ha alzato bandiera bianca: non esistevano le condizioni per conquistare nemmeno un punticino. Così, si è verificato un evento rarissimo: Rossi fuori dai primi quindici. Una possibilità sulla quale, probabilmente, i bookmaker non accettano neppure scommesse.

Mentre Lorenzo si involava (oltre undici secondi di vantaggio sul più vicino degli avversari, al diciassettesimo giro) alle sue spalle lotta a coltello tra De Angelis ed Hayden. Elastico, con gap variabile tra i quattro e gli otto decimi. A San Marino, persino la rocca tratteneva il respiro.

Immediatamente alle loro spalle, Dovizioso, praticamente sulla ruota dell'americano. Due italiani nei primi quattro; pensando che mancava Valentino, chi l'avrebbe mai potuto dire, alla vigilia?
Un po' più indietro, intanto, un altro connazionale stava sgomitando per un pizzico di gloria: Marco Melandri, in lotta con Toseland per il sesto posto.

Il tentativo di Marco si spegneva brutalmente a tre giri dalla fine, sull'erba: niente danni per lui (orgoglio a parte), moto distrutta.

Sul traguardo, Lorenzo, De Angelis, Hayden, Dovi. Capirossi sesto. E Jorge ad arrampicarsi sulla rete, verso il pubblico, come Spiderman.

Nereo Balanzin



Foto: Simone Rosa

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