l'assetto - 5/7/2002
L'assetto a Donington
Il circuito di Donington è fra i più difficili del
mondiale a causa del suo disegno particolarmente complesso.
In realtà il circuito inglese può essere suddiviso piuttosto
nettamente in due sezioni. La prima, dalla linea di partenza sino ad
una curva a destra chiamata "Coppice Corner" è
una successione di pieghe da media ed alta velocità, particolarmente
scorrevoli. La seconda è una bretella, dalla esse Fogarty sino
alla curva Goddard di rampini nei quali si frena forte per accelerare
poi in uscita. I classici stop-and-go già trovati, per esempio,
a Le Mans.
Questo difficile cocktail - prima parte veloce e scorrevole, seconda
parte nervosa e lenta - rendono l'individuazione dell'assetto particolarmente
difficile, perché i tempi a Donington arrivano solo quando si
raggiunge un buon compromesso fra le due sezioni, difficile da ottenere
anche a causa della ben nota assenza di grip dell'asfalto del tracciato
che alcuni correlano ai residui di kerosene polverizzato nell'aria dal
vicino aereoporto di East Midlands.
Con queste premesse l'obiettivo principale è un set-up che non
provochi brusche variazioni di assetto, con affondamenti in frenata
eccessivi, nella seconda metà del tracciato, che porterebbero
ad una perdita di stabilità, ma anche una rigidezza della moto
non eccessiva, pena l'impossibilità di girare velocemente nelle
esse della prima parte.
Deve essere anche tenuto in considerazione che nella prima sezione del
tracciato, quella veloce, è richiesta grande direzionalità
e stabilità dell'avantreno, mentre quella finale è il
terreno delle intraversate.
Per questo motivo solitamente le sospensioni sono tenute soffici, ma
si gioca sulla precarica della molla per ottenere una risposta ideale.
Ciò significa perdere un po' di stabilità nelle frenate,
compensata da una migliore guidabilità e sensibilità dell'avantreno
lì dove serve.