News
news 2006
news 2005
Test invernali 2005
news 2004
Test invernali 2004
news 2003
Test invernali 2002/2003
news 2002
Test invernali 2001/2002
news 2001
Tutto il motomondiale 2001
curiosità news foto risultati

PRESENTAZIONE APRILIA RSW 250 - 2/3/2004

Presentazione La storia in pillole
L'avventura dell'Aprilia Il tecnico
Il pilota

Witteveen, l'innovazione nella tradizione
Innovazione nella tradizione. Questo sembra essere il credo di Jan Witteveen nelle competizioni. Con lui l'Aprilia è sbarcata nella 250 trasformandosi da debuttante in protagonista assoluta.
Negli ultimi dieci anni la bicilindrica a disco rotante della casa veneta ha conquistato 7 titoli mondiali: tre con Biaggi (’94,’95 e ’96) ed uno ciascuno con Capirossi (’98), Rossi (’99), Melandri (2002) e Poggiali (2003).
Come la fenice della leggenda anche quest’anno la moto iridata è rinata da sé stessa. Per vincere ancora. Ma quanto è cambiata per mantenere la competitività?
“Dipende dall’anno a cui si fa riferimento – è la risposta di Jan Witteveen – di uguale rispetto alla nostra prima 250 non c’è nulla, solo il concetto è rimasto lo stesso”.
Da cosa dipende questa fedeltà?
“Abbiamo creduto nei vantaggi di un motore a disco rotante, rispetto alla soluzione con le lamelle, ed i fatti ci hanno dato ragione. Questa soluzione, ormai, è nel DNA dell’Aprilia. E’ la nostra strada”.
Farla crescere ogni anno non è una sfida semplice. Fino ad oggi è contato più l’apporto dei piloti o quello del banco prova?
“Sono due cose egualmente importanti – confessa il capo del reparto corse – dai piloti, dalle loro sfide in pista, emergono soprattutto dati relativi all’evoluzione della ciclistica. Dal banco quelli del motore. Noi ascoltiamo tutti e due”.
Questo metodo cosa ha portato per il 2004?
“La moto è cambiata più quest’anno, rispetto al precedente che, per esempio, dal 2002 al 2003. Le differenze visibili sono la nuova carenatura, che migliora l’aerodinamica, ed il nuovo telaio ed il forcellone. Poi, naturalmente, ci sono differenze meno visibili a livello di propulsore”.
In percentuale il miglioramento quanto ha cambiato di questo motore ormai leggendario?
“La struttura, nel senso dei carter, per esempio, è rimasta la stessa, ma un buon 20% dei componenti interni,ed anche di qualcuno esterno, come i carburatori, sono cambiati. L’evoluzione del motore, comunque, non si ferma mai e sono previsti degli step evolutivi che saranno introdotti nel corso della stagione”.

La sua biografia
Il giovane Jan Witteveen iniziò a lavorare alla Sachs nel 1970 come progettista di motori a due tempi monocilindrici (da 50cc a 250, compresi 125 e 175). Nel 1974 venne nominato responsabile della ricerca e sviluppo dei motori da competizione e riorganizzò da zero il Reparto corse della Hercules-Dkw (gruppo Sachs) partecipando alle competizioni di cross ed Enduro. Questo durò sino a metà del 1976, quando arrivò in Italia come Direttore Tecnico della Simonini. Due anni dopo, nel 1978, vinse il Campionato Italiano di Cross, una competizione difficile alla quale partecipavano una ventina di marche.
Nello stesso anno arrivò la chiamata della Galera, che gli affidò il compito di rifondare il Reparto Corse (la Casa di Arcore si era ritirata nel 1968). I successi arrivarono con Michele Rinaldi e Corrado Maddii, e con loro un titolo Italiano. Nel Mondiale, invece, la collaborazione fruttò un secondo posto. Contemporaneamente, però, Witteveen (nel ’78 e ’79) aveva iniziato la sua avventura in velocità e progettato e realizzato con la Adriatica-Bimota (pilota Randy Mamola) una 250 dapprima con motore parallelo, poi a V con alberi controrotanti che, di base, è lo stesso propulsore che equipaggia ancora oggi le Aprilia da Gran Premio. Jan rimase alla Gilera sino al 1983, quando venne chiamato dalla Cagiva per assumere il ruolo di responsabile del Reparto Corse per il fuoristrada e il cross. Inizialmente si occupò soltanto delle Cagiva, poi con l’acquisto dell’Husqvarna la casa varesina smise di correre a favore del marchio svedese acquisito (1988). Per la Casa di Varese vinse titoli mondiali e ottenne grosse soddisfazioni.
Quando l’Aprilia lo chiamò, nel 1989, fu la realizzazione di un sogno. Witteveen, che da giovane correva in 125 e 250 con motori creati da se stesso, era irruente e cadeva un po’ troppo, mise finalmente a frutto la sua esperienza regalando all’Aprilia i successi che conosciamo.


L’identikit
Nato a: Staveren (Olanda)
Il: 29 maggio 1947
Stato civile: sposato con Ulli, 3 figli
Laureato in: Olanda
Nel: 1970
Tesi su: l’automobile
Primo progetto: motore Sachs 50cc (1972)
Prima moto progettata: Hercules 50, 125, 175 e 250 (1975)
Prima vittoria: con Hercules 175 alla “Sei Giorni Enduro” dell’Isola di
Man nel 1975
Titoli vinti: 32 (12 Enduro; 5 cross; 15 velocità)
La moto alla quale è più affezionato: Gilera cross 125 Bi (bicilindrico)
Il sogno motociclistico da realizzare: vincere un titolo mondiale in velocità con la 500 e in 250 nel cross
Il pilota più amato: Massimo Contini
Il miglior collaudatore: nel fuoristrada Corrado Maddii e Massimo Contini, in velocità Loris Reggiani e Marcellino Lucchi
L’emozione più grande: la vittoria di Pekka Vehkonen con la Cagiva 125 nel GP del Brasile di cross a Belo Horizonte nel 1984 davanti a 60.000 persone entusiaste. E il mondiale di Max Biaggi con l’Aprilia 250 nel 1994
La delusione più bruciante: non aver vinto il titolo di cross nell’84 con Maddii quando a 4 gare dal termine avevamo 30 punti di vantaggio perché si ruppe una gamba
Il progetto impossibile: creare un motore due tempi turbo
I materiali più amati: magnesio e carbonio
Cosa ama oltre al lavoro: la famiglia, la musica e lo sport
Cosa fa nel tempo libero: sto con la famiglia, ascolto musica e pratico sport
Il pilota perfetto: deve avere il peso ideale per la classe nella quale corre: né troppo pesante, né aerodinamicamente ingombrante. Deve saper dare alla squadra le indicazioni utili per sistemare la moto. E possedere il carattere giusto per vivere in un team.

indietro

Sito web realizzato da After S.r.l.