GP del Portogallo
venerdì 6 settembre
FP1
QP1
TS
sabato 7 settembre
FP2
QP2
TS
domenica 8 settembre
Le wilcard dell'Estoril
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1° classificato MotoGP
V. Rossi
1° classificato 250
F. nieto
1° classificato 125
A. Vincent
2° C. Checa
2° M. Melandri
2° S. Sanna
3° T. Ukawa
3° S. Porto
3° S. Jenkner

il fatto 8/9/2002 - giorno di gare
Rossi costringe Gibernau all'errore

di Federica De Zottis
Si è illuso, di avercela fatta, per quasi tutta la gara, Sete Gibernau. Mancavano tre giri alla conclusione di una corsa dominata, in condizioni atmosferiche pessime, quando il pilota della Suzuki, pressato da Rossi, che inseguiva con tre secondi di svantaggio, è scivolato nel punto più lento del tracciato, picchiando pesantemente la spalla destra in terra. E' svanito così in un attimo il sogno dello spagnolo di dare alla casa di Hamamatsu la prima vittoria in Gran Premio della stagione.
E' maturato così il nono centro di Valentino Rossi, autore, specie all'inizio, di una gara prudente nel corso della quale aveva duellato a lungo con il compagno di squadra, Ukawa, poi superato da un arrembante Checa, partito male dalla pole ma poi autore di una bella rimonta.
Lo spagnolo, a suo agio sul bagnato ha portato così la Yamaha M1 sul podio in seconda posizione ma con un distacco pesante: oltre ventidue secondi. In quarta posizione, senza infamia ma anche senza lode ha chiuso Kenny Roberts mentre Biaggi, dopo un avvicino discreto, ha traghettato la sua M1 sino alla sesta posizione, beffato all'ultimo giro da Alex Barros.

Nieto accorcia le distanze
E' stata ancora una volta la pioggia a decidere la gara della 250. Una pioggia battente, incessante, che a volte ha martellato la pista con violentissime raffiche. In queste condizioni è stato bravissimo a vincere lo spagnolo Fonsi Nieto, autore addirittura di una scivolata, nel corso delle prime battute, conclusasi con una plastica "veronica". Lo spagnolo, infatti, non ha mollato il gas durante la caduta facendo fare alla sua Aprilia un giro completo su se stessa. Alle sue spalle è finito Marco Melandri, autore di una corsa giustamente prudente nella prima parte ed aggressiva nella seconda. In terza posizione ha concluso Porto, che partiva dalla pole, mentre fuori dal podio ha terminato Roberto Rolfo, penalizzato da una sosta ai box imposta dalla direzione di gara dopo un "jump start". Quinto Roberto Locatelli. Non ha concluso la gara, purtroppo, il pilota della Yamaha Matsudo, in testa al Gran Premio fino a cinque giri dalla conclusione. Il giapponese è caduto mentre cercava di resistere alla pressione di Nieto con ancora sei secondi di vantaggio sull'avversario. Sfortunato anche Battaini, ritiratosi dopo esser scivolato per ben due volte, la prima mentre si trovava in terza posizione.

Vincent non sbaglia, Poggiali sì
E' stata una gara ad eliminazione, la corsa della 125. Partito dai box a causa di una scivolata nel corso del giro di allineamento Manuel Poggiali, Arnaud Vincent ha preso la testa dalla gara insidiato costantemente da Jenkner e Sanna. Questi due fatti hanno costituito il tessuto della gara perché mentre Vincent si giocava le sue possibilità di vittoria, Poggiali iniziava un lungo inseguimento dalla 18esima posizione. Un compito non facile sotto la pioggia in una pista particolarmente insidiosa con l'asfalto bagnato.
Manuel, apparentemente senza prendere troppi rischi risaliva sino alla quarta posizione, mentre nel frattempo finivano in terra una gran quantità di piloti. Cecchinello cadeva due volte, per poi ripartire, e così faceva Borsoi, ma sull'asfalto rimanevano Bianco, De Angelis, Perugini (mentre era alle spalle di Poggiali), Olive, Ui, Sabbataini, Giansanti, Ballerini, Lorenzo, Barbera, Pedrosa, Angeloni, Fabrizio, solo per citarne alcuni. Purtroppo quando era tranquillamente ai piedi del podio scivolava a sua volta anche Poggiali, perdendo così la testa del mondiale. Nel frattempo Sanna attaccava Jenkner e Vincent. Per resistergli il tedesco finiva largo ed era a questo punto che Simone, a meno di un giro dalla fine, infilava Vincent con una grande manovra. La gara, a questo punto, era nelle sue mani, ma una sbandata tradiva l'italiano proprio nel curvone veloce, costringendolo a chiudere il gas e riconsegnando la vittoria al francese

 

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