domenica 25/9/2005
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1° L. Capirossi
1° C. Stoner
1° T. Luthi
2° V. Rossi
2° A. DeAngelis
M. Kallio
3° C. Checa
3° S. Porto
3° M. Pasini

Capirossi non si batte, ma il Campione è Rossi

Per non smentire le capacità della sua Desmosedici al via il migliore è Capirossi, seguito da Nakano, Melandri, Hayden, Gibernau, Rossi, Roberts, Checa, Biaggi, Barros, Hopkins e Rolfo. Nella confusione della prima curva c’è anche una toccatina fra Macio e Sete, ma nessuno dei due perde troppo terreno.
Nella foga di recuperare, però, Gibe e Nakano si toccano ed entrambi finiscono in terra.
Al terzo giro, così, la situazione è la seguente: Capirossi al comando, con sette decimi di vantaggio su Hayden, mentre Melandri e Rossi sono uno nella scia dell’altro. Quinto è Checa, poi Roberts, Biaggi, Barros, Hopkins ed Edwards.
La situazione però si evolve rapidamente: mentr Capirossi continua a guidare la corsa con Hayden attaccato, Rossi stacca Melandri che poco dopo è attaccato e superato anche da Checa, che sta rinvenendo dalle immediate retrovie dopo battagliano Roberts e Biaggi staccati di quasi sei secondi dalla coppia di testa.
Rossi comunque è sempre Rossi che approfitta di uno dei frequenti errori dell’americano in staccata e lo passa all’ottavo giro, facendosi riconoscere da Loris.
Al 10° giro dai box Ducati appare il cartello “+0 Rossi”, ma capirex continua a girare sul piede del 2.04, senza dare l’impressione di essere al limite, mentre contemporaneamente Biaggi sorpassa Roberts.
Nello stesso giro Vale supera Loris, che a questo punto si fa rivedere subito. Il balletto continua nel corso della tornata, ma l’unico risultato della scaramuccia è quello di far rientrare sempre di più Checa.
La domanda che tutti si pongono in questo momento è se il pilota della Ducati ha ancora qualcosa da spendere, se sta giocando. Un interrogativo al quale, apparentemente, Capirex risponde al 14° giro, quando attacca e supera Rossi in staccata.
A questo punto Capirossi, Rossi, e Hayden entrano nel mirino di Checa, che gira con i tempi del compagno di squadra.
Intanto Melandri, rallentato dalla ferita al piede, perde progressivamente terreno nei confronti di un quartetto che gira sugli stessi tempi composto da Biaggi, Roberts, Barros ed Hopkins.
A cinque giri dalla fine Capirossi sferra il suo attacco: un giro in 2.03.528 al quale Rossi risponde con un 2.03.907.
Nello stesso momento Checa, dopo un paio di svarioni in staccata, supera Hayden e si installa in terza posizione.
A tre giri dalla fine Loris e Carlos sono gli unici due piloti in pista a girare sotto il 2.04, ma Valentino, stretto fra i due, non molla.
Non c’è niente da fare: mondiale in ballo o meno, Rossi non ci sta a finire secondo.
A due giri dalla conclusione, però, il suo distacco dall’imolese è di un secondo e tre decimi, mentre Checa è ormai vicinissimo a Valentino.
Ad entusiasmare, a questo punto, non è più la lotta per la vittoria, ma il duello fra Vale e Carlos per il secondo posto. Checa prega per avere altri duecento metri a disposizione, ma è già sul traguardo quando lancia la volata, che perde per settanta millesimi di secondo.
Per la Ducati, comunque, è un podio storico.
Nell’ordine poi chiudono Hayden, Melandri, Biaggi, Roberts, Barros, Hopkins ed Edwards.
Rossi è campione del mondo per la settima volta, la quinta consecutiva nella MotoGP.
Ed è sul podio come desiderava.
Prima della cerimonia, però, contro ogni superstizione, va in onda la scenetta dei 7 nani. Lui, il Fenomeno, è ovviamente il settimo. E c’è pure Biancaneve.

Stoner c’è, Pedrosa in terra: mondiale riaperto

Stoner parte a razzo, mentre Dovizioso a razzo finisce in terra. Inizia così la sfida della 250, con l’australiano al comando con Porto, De Angelis, Pedrosa, De Puniet, Aoyama, all’inseguimento. Il quintetto diventa, dopo due giri un quartetto a causa della scivolata del campione del mondo, così al sesto giro la situazione è la seguente: conduce Stoner, con quasi due secondi di vantaggio su De Angelis, mentre De Puniet è già staccato a sette ed insegue assieme a Porto ed Aoyama, con Barbera, Takahashi e Corsi nell’ordine. Purtroppo la corsa di Simone finisce un giro dopo con una caduta.
Non è, comunque, che si assista ad una gara molto emozionante: al 12° giro il vantaggio di Stoner su De Angelis è salito a quasi quattro secondi, mentre il terzetto degli inseguitori, De Puniet Porto e Aoyama si devono giocare il podio staccati fra di loro, ma sono staccati di oltre nove secondi..
Intanto Locatelli è risalito sino alla setima posizione ed è alle spalle di Barbera.
Tutto deciso? No, perché De Angelis, a sei giri dalla fine, arriva lungo di brutto e perde un secondo e mezzo in un giro.
Si tratta, comunque, di un momento di distrazione: al 15° giro il sanmarinese si rimette a pestare sul tempo del primo, Stoner, anche se alle sue spalle, Porto ed il suo terzetto, gli sfilano dalle tasche quattro decimi a giro.
Il Gran Premio termina con Stoner, De Angelis e Porto nell’ordine, quindi staccati seguono De Puniet ed Aoyama, mentre Locatelli chiude in ottava posizione dietro a Barbera e Takahashi. Era dal GP d’Australia del 2004 che tre Aprilia non occupavano contemporaneamente il podio. Allora furono Porto, De Angelis e Poggiali a monopolizzarlo.
Un po’ di numeri: questa è stata la 215esima vittoria totale dell’Aprilia, la 107esima in 250.
Ora, con ancora 100 punti a disposizione si può dire che il mondiale della 250 si è riaperto, visto che Pedrosa guida ancora, ma Stoner, grazie all’ultimo successo insegue a -38.
Una impresa difficile, ma non impossibile.

Luthi in volata su Kallio

Il migliore al via è Luthi, seguito da Simon, Pasini, Kallio, Talmacsi e Poggiali. Già nel corso del secondo passaggio finiscono in terra Sandi e De Rosa, che però sono in fondo al gruppo e non causano problemi. Quelli ce li hanno i piloti della KTM, Simon, Kallio e Talmacsi, costretti a spingere come pazzi da subito visto che Luthi è già in fuga, mentre in quinta posizione Pasini perde terreno.
Al sesto giro il vantaggio di Luthi sul primo degli inseguitori, Kallio, è comunque di appena un secondo e Talmacsi e Simon sono sulla ruota del finlandese. L’italiano del team di Totti, invece, è già staccato di oltre quattro secondi e mezzo, ma controlla Faubel alle sue spalle e Simoncelli che, autore di una pessima partenza, è settimo con sette secondi e mezzo di distacco davanti a Di Meglio.
Dopo quattro tornate a cercare la scia di Luthi è rimasto solo il suo avversario nella corsa al titolo, Mika Kallio, che ha ridotto il suo svantaggio al otto decimi, ma non può più contare sull’aiuto di Talmacsi e Simon che sono già ad oltre quattro secondi. Come se non bastasse la coppia della KTM è entrata nel campo gravitazionale di Pasini, che gira più forte di loro ed al 12° giro, sei dalla fine, acchiappa e supera entrambi.
L’aggancio riesce, in testa alla gara, anche a Mika Kallio che al 13° ha ridotto il suo distacco da Luthi ad appena quattro decimi, così nel giro successivo il finlandese è già nella scia dello svizzero.
La gara, ovviamente, va in a finire in volata: Kallio esce dalla scia di Luthi con perfetto tempismo e lo affianca sul traguardo, ma il cronometraggio elettronico lo lascia indietro di due millesimi di secondo, mentre Pasini sale sul podio davanti a Faubel che nel frattempo la anch’egli superato Talmacsi e Simon. Seguono Lai, Poggiali e Simoncelli.
A quattro gare dalla conclusione, così Luthi mantiene la testa del mondiale con otto punti di vantaggio su Kallio.



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