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Il punto di vista tecnico La pista di Rio, che sfrutta in alcuni punti l’ovale in stile Indy, non è utilizzata frequentemente quindi all’inizio del week end ha sempre un basso coefficiente di grip che però va aumentando con ogni sessione di prova. Questo è un ulteriore fattore da tenere presente nel già difficile compito di ricerca dell’assetto visto che l’aumento della velocità richiede sospensioni progressivamente più rigide. A causa delle curve molto lunghe, una buona stabilità e un’altrettanto buona maneggevolezza costituiscono un compromesso ideale a Jacarepagua, mentre le numerose curve richiedono un’ottima trazione posteriore per uscite efficaci e per poter sfruttare al massimo la potenza disponibile. Visto che la squadra non ha dati a disposizione per il fatto che Rossi non ha mai girato con la Yamaha YZR-M1 a Rio, c’è l’incognita relativa alla reazione dell’assetto di base che andrà verificata prima di poter procedere all’ottimizzazione finale. Fino ad ora la squadra ha provato un’ampia gamma di regolazioni per le sospensioni, indipendentemente dai dati a sua disposizione. Cosa che si è rivelata sempre molto utile durante le gare. Visto che Rio è al livello del mare, l’erogazione della potenza sarà ottimale, ma una possibile variabile quest’anno è costituita dalle condizioni meteo. La gara si tiene durante l’inverno brasiliano e quindi le condizioni meteo potrebbero variare da un giorno all’altro. |
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