Quando eravamo re, il dominio Usa nel motomondiale
C'è stato un momento in cui sembrava che,
più che saper guidare una motocicletta da corsa, bisognasse avere
il passaporto americano in tasca, per poter vincere un Gran Premio.
Erano gli anni a cavallo fra la fine dei '70 e gli inizi dei '90. Anzi,
mettiamo le date: 1978-1993, considerando il 2000 una piacevole eccezione.
Già, perché se è vero che, dopo, è stata
l'Australia a farla da padrone, questa è stata la canzone di
un solo uomo: Mick Doohan, preceduto, è vero, nel 1987, da Wayne
Gardner, ma non si può parlare di scuola. Scuola invece era quella
americana, come oggi università è quella italiana con
il trio Rossi-Biaggi-Capirossi. Ma se dietro alle spalle di Vale, Max
e Loris si fa fatica ad individuare qualcuno capace di impugnare altrettanto
bene i mezzi manubri, nel caso dei "figli" di Roberts senior
(preceduti, per chi se lo ricorda, da un certo Pat Hennen) assistemmo
ad una immigrazione al contrario, dall'America verso l'Europa. E se
qualcuno non ha vinto il mondiale, ci viene in mente subito Randy Mamola,
quattro volte secondo, ma anche Steve Baker o Mike Baldwin, fu perché
la concorrenza era fortissima. Come mai più è stata.
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