domenica 17/4/2005
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1° A. Barros
1° C. Stoner
1° M. Kallio
2° V. Rossi
2° A. Dovizioso
2° H. Faubel
3° M. Biaggi
3° R. Du Puniet
3° T. Luthi

Barros, settimo sigillo tre anni dopo

Al semaforo, sotto un cielo plumbeo, è Gibernau a sorprendere la compagnia, ma la partenza più bella la fa Max Biaggi che scatta benissimo dalla terza fila e si getta all'inseguimento dello spagnolo seguito da Barros e Rossi. Al termine del primo giro, però, nello staccatone in fondo al rettilineo il brasiliano lo ripassa, così al passaggio successivo sfilano Gibernau, Barros, Biaggi, Rossi, Melandri, Edwards, Hopkins, Checa ed Hayden. Sete tiene già un ritmo elevatissimo, ma alle sue spalle non sono da meno, anzi Barros sembra in grado di guadagnare qualcosa. Rossi, nel frattempo, ha superato Biaggi, mentre alle loro spalle insegue Edwards davanti a Melandri, con Hopkins leggermente più staccato alle prese con hayden. Quindi cercano di non perdere terreno Checa, Bayliss, Nakano e Capirossi.
Dopo sette giri la situazione è praticamente immutata, con Sete che insiste nella fuga con poco più di un secondo di vantaggio su Barros, mentre Rossi e Biaggi pagano già un ritardo vicino ai sei secondi.
E' in questo momento che, lungo il percorso, appare la bandiera bianca che avverte i piloti della possibilità di rientrare ai box per cambiare moto, anche se, apparentemente, non è iniziato a piovere.
Nessuno, comunque, accenna ad imboccare la pitlane, anzi Sete Gibernau continua a picchiare duro, e porta il suo vantaggio sul brasiliano a poco meno di due secondi. Invariata è anche la situazione alle sue spalle con Rossi e Biaggi l'uno nella scia dell'altro. I due italiani, però, nel frattempo hanno accumulato un distacco di dieci secondi e ne hanno a loro volta quattro di vantaggio su Melandri, Edwards ed Hopkins.
Il colpo di scena avviene al 17° giro: Gibernau, mentre sul circuito scende una pioggerellina finissima, perde il controllo della sua Honda e finisce in terra. Tenta di ripartire, ma la sua moto è troppo danneggiata. Nel frattempo cade anche Hopkins. Al 18° giro, così al comando passa Barros, e la lotta per il terzo posto fra Vale e Max si trasforma in un duello per la piazza d'onore.
La pista, però, è sempre più indisiosa: al 20° giro vola fuori Bayliss, che era in ottava posizione alle spalle di Checa. Subito dopo Edwards va fuori e rientra alle spalle del pilota della Ducati ma è costretto a lasciare la quarta piazza a Melandri.
Intanto in testa alla gara il brasiliano controlla la situazione alle sue spalle e, nell'ultimo giro, taglia il traguardo dopo una impennata lunga un rettilineo davanti a Rossi e Biaggi. Melandri chiude al quarto posto, davanti a Checa, Edwards, Hayden, Nakano e Capirossi.
Non vinceva, il brasiliano, dal GP di Valencia del 2002. Anche allora a finire alle sue spalle furono Valentino e Biaggi.


Stoner davanti a Dovizioso

Con la pista umida, ma dichiarata asciutta, il più veloce a lasciare la linea di partenza è Porto, seguito da De Puniet, Pedrosa, De Angelis e Dovizioso. Porto allunga subito così Dovizioso già sul traguardo si mette al suo inseguimento, mentre il campione del mondo rimane in attesa in quinta posizione, davanti ad Aoyama, Takahashi e Stoner.
Il tentativo di fuga del rivale argentino non piace però a Pedrosa che accorcia le distanze inserendosi al secondo posto. Intanto però dopo appena tre giri il vantaggio di Porto è salito ad oltre quattro secondi, costringendo gli inseguitori a forzare il ritmo per non favorire la sua fuga.
A prendersi la responsabilità di dettare il ritmo è Randy De Puniet, che passa in rapida successione De Angelis, Dovizioso e Pedrosa, gettandosi all'inseguimento del compagno di marca.
Lo strappo ha effetto perché il gap da Porto diminuisce, mentre il francese allunga tirandosi dietro Dani ed Andrea, mentre Alex perde leggermente terreno.
Intanto Locatelli lascia la compagnia per una caduta. Si trovava nella decima piazza. Nel frattempo, seguendo le migliori tradizioni delle gare ciclistiche, il terzetto di inseguitori si scambia le posizioni e, con Pedrosa all'attacco il vantaggio di Porto scema sino a che, all'11° giro è quasi completamente annullato.
E' proprio nel corso di questa passaggio che lo spagnolo rompe gli indugi e balza al comando. Dovizioso, però, non lo molla, mentre anche De Puniet salta Porto, con Stoner in attesa. Il campione del mondo della 125, però, è in giornata e decide di fare di più, passando per la prima volta in carriera al comando del plotoncino. E' il 14° giro e davanti al traguardo Andrea transita in testa seguito da Pedrosa e Stoner, che ha passato De Puniet che ora è in lotta con De Angelis, mentre Porto mantiene ancora un discreto vantaggio su Aoyama.
Sembra di assistere ad una gara della 125, corsa però con le 250. Per questo, forse, ad otto giri dalla fine, Stoner rompe gli indugi e balza al comando, con Dovi attaccato in scia e De Angelis subito dietro, mentre De Puniet, Stoner e Pedrosa sembrano risparmiarsi in vista della volate finale.
E', comunque, giunto il momento della rissa finale: De Puniet, Dovizioso e Stoner, ormai, incrociano sempre più di frequente le traiettorie, con De Angelis e Pedrosa che non li perdono mai di vista.
E' una lotta a coltello dall'esito incerto, anzi, incertissimo, dalla quale emerge la cattiveria agonistica di Stoner che taglia per primo il traguardo con Dovizioso che delizia I suoi estimatori con un duro sorpasso su De Puniet. Fuori dal podio Pedrosa ha la meglio su De Angelis.


Kallio trenta anni dopo

Solo otto millesimi di secondo hanno separato all'arrivo il vincitore del GP del Portogallo, Mika Kallio, da Hector Faubel. Il pilota della KTM ha riportato così sul podio del mondiale la Finlandia 30 anni dopo il successo di Penti Korhonen, che vinse la 350 con una Yamaha in Jugoslavia nel 1975.
In terza posizione ha terminato lo svizzero Thomas Luthi, mentre in quarta e quinta posizione hanno chiuso Fabrizio Lai e Manuel Poggiali.
Il vincitore del HP di Spagna, Marco Simoncelli ha finito invece la gara solo in decima posizione, alle spalle anche di Mattia Pasini, ottavo.

 

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