l'assetto - 27/5/2002
L'assetto al Mugello
Il circuito del Mugello richiede grande competenza tecnica per la
messa a punto delle sospensioni. Contrariamente al tracciato di Le Mans
che obbliga i piloti a guidare con una forcella anteriore molto rigida,
per contrastare le brusche decelerazioni, l'obiettivo da raggiungere
nell'autodromo toscano è una ottima agilità nelle esse
veloci,unita ad un avantreno stabile e sicuro in modo da poter pennellerare
le traiettorie, elemento fondamentale per l'ottenimento di buoni tempi
sul giro visto che al Mugello ogni curva va impostata in funzione della
successiva.
Come se non bastasse le elevate velocità che si raggiungono in
rettilineo spingono i motoristi a cercare la potenza ai regimi medio-alti,
provando nel contempo a non sacrificare l'erogazione, che specie nella
curva clotoide (a raggio decrescente) che immette sul dritto è
responsabile dell'ottenimento della velocità massima.
Se a questo aggiungiamo che nel circuito di Scarperia esistono curve
con l'appoggio a favore e contropendenti, il quadro è completo.
Se dividiamo idealmente il tracciato in tre parti si può dire
che per ottenere la pole al Mugello bisogna avere una moto molto stabile
nel frenatone in fondo al rettilineo, e rapida ad inserirsi in curva,
perché dall'uscita di quella piega (in salita), dipende molta
della successiva velocità nelle esse. Il secondo punto tipico
del circuito è la rapida esse in discesa "Casanova",
che influenza la velocità d'ingresso nelle due curve dell'Arrabbiata
e, naturalmente, soprattutto per il finale, la fluidità dell'esecuzione
della esse "Biondetti", e la successiva frenata prima dell'ultima
curva, può risultare risolutiva nella volata.
Non è semplice, dunque, trovare un compromesso ideale, soprattutto
perché in molti punti, specie in uscita delle curve, l'asfalto
è ondulato per cui la necessità di un retrotreno mediamente
duro, per evitare il coricamento della moto in accelerazione con relativo
sottosterzo, si scontra con un ammortizzatore che deve comunque "copiare"
le irregolarità dell'asfalto.
Un problema, questo, che riguarderà quest'anno soprattutto le
potenti GP1 quattro tempi, che a causa del maggior peso (oltre 145 Kg
contro i 130 delle 500 due tempi) e della maggiore potenza, richiederanno
un assetto mediamente più rigido.
Un ulteriore elemento la cui importanza non può essere trascurata
è la scelta delle gomme: al Mugello, infatti, proprio in virtù
delle caratteristiche della pista, non è escluso che la Michelin
porti qualcuna delle vecchie coperture posteriori da 17", che sono
tuttora in grado di rendere la moto più maneggevole, a scapito
di una minore impronta a terra.