l'intervista - 27/5/2002
Antonio Cobas: scommetto su Loris ed Alex
Di tutte le squadre della MotoGP il team West Honda Pons
è quella che maggiormente si rifà al modello della F.1.
Per questo, in previsione del GP del Mugello, quinta gara del motomondiale,
la struttura messa in piedi dall'ex iridato della 250 Alfonso "Sito"
Pons, è orgogliosa della sua seconda posizione nella classifica
dei team alle spalle della squadra ufficiale dell'HRC, il team Repsol
Honda di Valentino Rossi e Tohru Ukawa. Certo, lo svantaggio, in termini
di punti, è impietoso: 156 contro 74, ma per Loris Capirossi
ed Alex Barros che gareggiano con Honda NSR 500 due tempi in versione
"clienti" contro la cinque cilindri RC211V ufficiale della
casa, il secondo posto è una vittoria, visto che alle spalle
c'è pur sempre lo squadrone ufficiale Marlboro-Yamaha di Biaggi
e Checa (3°, 50 punti) e la Movistar-Suzuki (7°, 30 punti).
Il tutto all'approssimarsi del Gran Premio nel quale, l'anno passato,
Barros e Capirossi hanno concluso nelle prime due posizioni.
"Non so perché ma il Mugello ci ha sempre portato fortuna
- spiega Antonio Cobas, direttore tecnico della squadra - vi abbiamo
vinto con l'asciutto e con il bagnato. Sia Loris che Alex, nonostante
due stili di guida molto diversi, vi si adattano alla perfezione e confido
che sia così anche quest'anno".
Cobas è un po' più di un semplice direttore tecnico: nel
1984 la sua JJ Kobas 250, con motore Rotax, vinse il Gp di Spagna con
Pons davanti alla Yamaha ufficiale di Sarron. Alla fine la moto da lui
disegnata fu terza nel mondiale.
"Forse il Mugello mi piace proprio perché è un tracciato
difficile - sorride, al ricordo, Antonio Cobas. Come tecnico mette alla
prova le mie conoscenze. In nessun altro circuito del mondiale interveniamo
così pesantemente sull'assetto come sul tracciato toscano. Il
Mugello mi fa lavorare, ed a me piace lavorare".
Spiegare perché non è difficile.
"Le esse, soprattutto, sono particolari. Sono vere curve, veloci
- precisa lo spagnolo - non semplici chicane di rallentamento. Al Mugello
si va forte, ci sono delle curve velocissime, dove è necessario
avere un avantreno solido come una roccia, ma nel contempo il pilota
richiede agilità alla moto".
Quest'ultima qualità parlerebbe di un probabile vantaggio per
le più leggere due tempi.
"E' vero - ammette Antonio Cobas - ma poi c'è quel lunghissimo
rettilineo, di oltre un chilometro, nel quale le GP1 quattro tempi saranno
sicuramente più veloci. Ancora una volta sarà l'assetto
a decidere la vittoria, soprattutto perché il Mugello non è
famoso per avere un asfalto molto liscio. Le sospensioni saranno la
chiave e mettere a punto le sospensioni è il mio pane".