Phillip Island
RSA MAL JPN SPA FRA ITA CAT NED GBR GER CZE POR VAL BRA MOT AUS
FP1
QP1
FP2
QP2
WP
gara
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La curiosità 1 - 2 - 3
La statistica
L'intervista
La sfida
1° classificato 500
Max Biaggi
1° classificato 250
Olivier Jacque
1° classificato 125
Masao Azuma
2° L. Capirossi
2° S. Nakano
2° Y. Ui
3° V. Rossi
3° D. Katoh
3° N. Ueda
29/10/00 - giorno di gare - il fatto
Biaggi, storico trionfo

Ottocentodiciotto millesimi di secondo sono il distacco totale, al termine del Gran Premio d'Australia, che ha diviso i secondi dai primi, gli sconfitti dai vincitori. Una frazione di tempo così infinitesimale che si fa fatica ad immaginare che al suo interno possano trovare posto tre gare così belle, ed ovviamente così combattute, che meriterebbero un libro ognuna, per poter essere descritte.Di tutte, però, la più bella - non ce ne voglia Jacque che è riuscito a vincere il suo primo titolo mondiale, nella 250, non facendo nemmeno un sorpasso, un capolavoro di tattica e sangue freddo - la più bella è stata quella della 500, vinta da Biaggi davanti a Capirossi e Rossi, visto che ha anche un valore storico: per ritrovare infatti tre italiani davanti a tutti, nella 500, dobbiamo risalire al 1972 - ben ventotto anni or sono - allorché ad Imola le due MV Agusta di Giacomo Agostini ed Alberto Pagani terminarono davanti alla Ducati di Bruno Spaggiari. Se allora, però, il grande Ago vinse per distacco e Spaggiari addirittura chiuse staccato di un giro, Max e Loris hanno invece tagliato il traguardo in un battito di ciglia, ancora inquadrati nel mirino di Valentino. Nei 27 giri di gara per 12 è stato in testa l'imolese, 7 il romano, 6 Barros e 2 Laconi, ma queste cifre non rendono nemmeno lontanamente l'idea di un Gran Premio che ha visto combattere in meno di un secondo ben nove piloti che si sono scambiati posizione più e più volte nel corso del medesimo giro. Con una situazione di questo tipo il Corsaro, che partiva con il dodicesimo tempo in terza fila, ha corso, forse, la più bella gara della sua vita e vinto una sfida che non solo è apparsa come la rivincita dell'incompiuta del Mugello, quando praticamente il solo Capirossi, dei tre, tagliò il traguardo, nell'ultima domenica di maggio, ma anche una scalata verticale che l'ha portato dal sesto posto in classifica sino al terzo assoluto, eguagliando così il miglior risultato conseguito dalla casa di Iwata nel 1995 con Luca Cadalora. Non solo: grazie alla sua vittoria, infatti, la Yamaha ha vinto l'agognato mondiale costruttori, che inseguiva ormai dal 1993. E' stata una grandissima giornata, quella australiana, per la casa dei tre diapason: la grandissima soddisfazione datagli da Biaggi, infatti, era stata preceduta dal titolo iridato, piloti e marche, nella 250. Un successo, niente affatto scontato, che ci ha permesso di assistere ad una gara che è stata di grandissimo impatto emotivo, anche se assolutamente diversa da quella della classe regina. Partito in testa, Nakano, non è mai stato infatti superato dal compagno di squadra, Olvier Jacque, leader del mondiale con due soli punti di vantaggio. Il giapponese ha finito la gara senza subire un attacco…ma egualmente battuto perché il furbissimo francese, approfittando della scia, gli è guizzato davanti nel rettilineo beffandolo di un palmo, quattordici millesimi di secondo. L'impossibile è anche accaduto nella 125, dove, con solo il mondiale marche in palio fra Aprilia ed Honda, la casa giapponese è riuscita, con molta fortuna, a portarsi a casa un trofeo che sembrava dovesse finire in mani italiane. In terra subito Locatelli, fuori pista Sanna, mentre lottava per la vittoria insieme a Cecchinello a causa di una caduta di quest'ultimo, la vittoria è andata alla Honda di Azuma quando il francese Vincent, l'ultimo pilota Aprilia veloce in pista, ha alzato bandiera bianca per la rottura di una candela.

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