Melandri firma l’ultima
volata
Pronti via nella confusione del primo giro va in terra Rolfo. Melandri,
comunque, nemmeno se ne accorge e transita al comando davanti ad Hayden,
Gibernau, Biaggi, Checa, Capirossi, Barros, Edwards e Rossi, in nona posizione
partendo dalla quinta fila.
Ci sono, com’era evidente, due gare da seguire: quella di testa
e…quella di Rossi che, in due tornate, scala due posizioni. Nel
frattempo, alla fine del terzo giro rompe Gibernau, che si ferma, attonito,
nella via di fuga, accosciandosi accanto alla sua moto.
Il giro successivo con Melandri in lotta con Hayden, in terza posizione
c’è già…Valentino. E chi se no? E’ terzo
al quinto giro, staccato di quasi cinque secondi, ma davanti a Checa,
Biaggi, Capirossi, Barros ed Edwards.
E’ la gara a due facce che tutti vogliono vedere: da una parte il
duello fra Marco e Nicky, dall’altra Rossi all’inseguimento.
Intanto, al nono giro, esce di scena Aoki, anche lui per un problema meccanico.
Cosa sta passando nella mente di Melandri? L’italiano può
vincere il mundialito anche facendo il secondo posto, ma in gioco c’è
di più, perché chi taglierà per primo il traguardo
potrà affermare di aver vinto due Gran Premi, quest’anno.
Un risultato mica da poco.
Un altro po’ di sale sullo spettacolo già abbastanza saporito
lo fornisce Checa, che è in quarta posizione, ma sembra più
veloce di Valentino.
In lotta per le posizioni di rincalzo, inseguono invece Biaggi, Capirossi
e Barros, mentre Edwards è staccato in ottava posizione davanti
a Tamada e Nakano.
A 14 giri dalla fine le posizioni di testa sono immutate. Rossi, però,
gira sotto l’1.34 ed è l’unico. Il risultato è
che Checa molla, mentre il divario con la coppia di testa si riduce, pur
rimanendo superiore a cinque secondi.
Nel frattempo Biaggi è stabile in quinta posizione, mentre Capirossi
e Barros continuano a superarsi l’uno con l’altro, pur rimanendo
agganciati al romano.
Fra i due, però, ben presto è il brasiliano ad avere la
meglio e, saltato Capirossi, Alex inizia a dedicare la sua attenzione
a Biaggi.
A sette giri dalla conclusione l’esito del Gran Premio è
tutt’altro che scontato, e non solo per quanto riguarda la lotta
fra Melandri ed Hayden. Rossi, infatti, continua a recuperare.
Meno di quattro secondi sono un vantaggio sufficiente per Marco e Nicky
per pensare solo al loro duello?
Rossi là dietro che spinge fa di tutto per ricordare loro, attenzione,
non distraetevi.
A meno cinque finalmente la gara si risveglia: Melandri ed Hayden tornano
sotto l’1.34, territorio di caccia di Valentino che, a questo punto,
da tutto. Al quart’ultimo giro gli mangia altri quattro decimi e
riduce lo svantaggio a circa tre secondi, ma il tempo scorre inesorabilmente.
E’ l’ultimo giro: Nicky è vicinissimo, Marco fa un
piccolo errore, ma recupera. E’ volata, e la vince l’italiano.
Rossi chiude in terza posizione, davanti a Checa staccato di 18 secondi,
quinto è Barros, che ha avuto ragione di Biaggi e Capirossi
Pedrosa, ultimo spettacolo in 250
Determinato come sempre è Lorenzo a scattare al comando, seguito
da Pedrosa, Barbera, Stoner, De Angelis, De Puniet ed Aoyama.
Sono i tre spagnoli e l’australiano a guidare le danze, finché
Barbera è vittima di un largo e perde il contatto con il gruppetto.
Poco dopo è Stoner a fare fatica a mantenere il ritmo, così
a tredici giri dalla fine rimangono Pedrosa e Lorenzo a sfidarsi per la
vittoria, con Stoner a quattro secondi e Barbera ad otto, con De Angelis
sulla coda, però.
In sesta posizione, da solo, corre Aoyama, davanti a De Puniet, Takahashi
e Locatelli.
Il duello fra Pedrosa e Lorenzo va avanti per un po’, ma il campione
del mondo, in casa, è un osso troppo duro per Lorenzo che perde
pian piano il contatto da Dani, così che a quattro giri dalla fine
Jorge insegue con tre secondi, mentre Stoner è staccatissimo a
dodici . Chi ha guadagnato una posizione, invece, è De Angelis,
che nel frattempo ha superato e staccato Barbera.
Non si può dire, comunque, che la gara, con le prime sei posizioni
già assegnate, sia eccitante. Così non resta che guadare
cosa accade nelle retrovie, dove chiudono in successione Takahashi, davanti
a De Puniet e Dovizioso, autore di una gara anonima. Decimo è Locatelli,
ma vicinissimo ad una Honda ufficiale. Posizione onorevole.
Il mondiale marche, ovviamente, va alla Honda.
Luthi, datemi un cinque!
Gadea non sbaglia al via e prende la testa della gara davanti a Pasini,
Kallio, Talmacsi, Lai, Faubel, Luthi e Di Meglio.
Davanti al pubblico di casa lo spagnolo da il meglio di sé ma è
Pasini a prendere il comando delle operazioni dopo sei giri, mentre Di
Meglio lascia il gruppetto finendo nella via di fuga.
Un’altra tornata ed è il momento di dare un’occhiata
alla situazione: c’è un primo gruppetto composto da Pasini
e Gadea, seguiti dalle KTM di Kallio e Talmacsi. Staccati di quasi tre
secondi inseguono Lai, Faubel e Luthi, che sembra pensare più al
titolo che al podio.
Quattro giri dopo il pilota del team Totti Sport è ancora in testa
al quartetto. Il gruppetto degli inseguitori, invece, si è sfilacciato
con Faubel che ha preso oltre due secondi da Luthi, tranquillo in sesta
posizione.
Intanto Pesek e Zanetti cadono mentre nelle retrovie lottavano per la
18esima posizione.
Ad otto giri dalla fine , quasi contemporaneamente alla caduta di Poggiali,
Gadea rompe gli indugi e tenta la fuga. Pasini, Kallio e Talmacsi, comunque,
non mollano. Purtroppo l’avventura dello spagnolo termina alla fine
del 18° nella sabbia, lasciando il terzetto a giocarsi la volata.
Una volata particolarissima, visto che tutti e tre hanno un ottimo motivo
per tentare di vincerla a tutti i costi: Mattia per riscattare una stagione
in fondo sfortunata, Talmacsi per la lite interna alla KTM e Kallio, ovviamente,
per tenere viva l’ultima speranza di vincere il titolo.
Questo è il motivo per cui, nell’ultima curva, si gettano
in tre, escono quasi contemporaneamente e, sulla linea del traguardo è
Kallio ad avere la meglio davanti al compagno di squadra. Luthi è
nono. Il mondiale è suo per cinque punti. Quelli persi da Kallio
in Qatar nell’inattesa volata con Talmacsi…
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