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DOVE SI PARLA DELLA FINE DEL MATRIMONIO ROSSI-HONDA, DI UN QUADRO, DELLA COMMOZIONE DI FIORANI, E DI QUANTO STONANO, IN QUESTA STORIA, LE DICHIARAZIONI "POLITICALLY CORRECT" DELLE CASE
Per ringraziarlo di quattro anni di successi gli hanno regalato un quadro, a Valentino Rossi, nel quale, peraltro, è raffigurato anche il suo compagno di squadra dell'anno passato, Tohru Ukawa. Forse per ricordargli ciò che gli avranno ripetuto fino alla nausea: nessun pilota è unico. Forse il campione pesarese avrebbe preferito la Honda NSR con la quale ha conquistato l'ultimo titolo iridato della 500 nel 2001, prima dei due anni di dominio conla 4 tempi cinque cilindri RC211V, ma oggi, probabilmente, Vale si sarebbe accontentato anche di esser lasciato libero prima del 31 dicembre prossimo, data nella quale scadrà il suo contratto con il colosso nipponico. Per non smentire il suo personaggio, Rossi lo ha chiesto pubblicamente, con il solito sorriso sfrontato, questo piacere, ma la risposta di Carlo Fiorani, il manager della Honda Europa e diTachikawa, responsabile della HRC, entrambi al tavolo con lui nella conferenza stampa nella quale è stato svelato il segreto peggio tenuto dell'anno, è stato solo un sorrisetto nervoso.
Eppure sembravano tutti e tre emozionati nell'annunciare questo divorzio. Anche se sarebbe più corretto scrivere "tutti e due", visto che, assente il plenipotenziario che ha materialmente portato dal Giappone il "no" a Rossi, Nakajima, Tachikawa ha fatto praticamente scena muta.
COMMOZIONE - Fiorani no, invece. Anzi l'appassionato dirigente romano è apparso commosso quando ha dato l'addio a Rossi spiegando che, a separarli, non sono stati problemi economici, ma la volontà di Valentino di inseguire nuove sfide.
"Una cosa che noi, alla Honda, a partire dal presidente fondatore, Soichiro, fino all'ultimo dei dipendenti, comprendiamo perfettamente - ha chiosato Fiorani, che ha aggiunto - la decisione di Valentino di intraprendere una nuova avventura è interamente sua".
Nel corso dei quattro anni di matrimonio con la Honda Valentino Rossi ha vinto tre titoli iridati e 33 Gran Premi su 64 con una media-vittorie superiore al 50%.
"La decisione definitiva di cambiare l'ho presa dopo Sepang - ha detto, mentendo probabilmente sulla data, Rossi - lì mi sono reso conto di aver vinto, con la cinque cilindri, dappertutto e con qualsiasi condizione. Dopo il primo titolo, quello con la 500 2 tempi, la moto che mi è stata più cara, c'è stata la nuova sfida con la 4 tempi, che inizialmente avevo mal giudicata…è stato molto appassionante, così come lo è stato migliorare la RC211V durante l'ultimo inverno, facendole fare un altro passo in avanti, perché la Yamaha ci aveva raggiunti, alla fine del 2002…".
IL NOME DELLA…COSA - E' stata, questa, l'unica occasione in cui il Campione del Mondo ha pronunciato il nome della moto con la quale correrà nel 2004.
Se il suo manager, Gibo Badioli, ha infatti detto che la prossima volta che parlerà lo farà il 1° gennaio prossimo, al contrario la casa di Iwata, subito dopo la conclusione dell'annuncio del divorzio della coppia iridata, ha preso la parola.
QUI IWATA - "Abbiamo appreso con piacere le notizie che ci arrivano dalla Honda, ossia che il rapporto con Valentino Rossi si avvia alla chiusura - ha dichiarato il team manager Davide Brivio - Come molti sanno, quando è stato chiaro che ci sarebbe stata una possibilità che Valentino non rinnovasse il suo contratto con la Honda noi ci siamo messi in contatto con il suo management. Posso confermare che i contatti procedono bene. Adesso che abbiamo la conferma che non rinnoverà con la Honda possiamo procedere con le nostre trattative e speriamo di arrivare ad una conclusione nell'immediato futuro. Questo apre prospettive estremamente interessanti per noi. Tuttavia non tutto è finalizzato al 100% e quindi non siamo in grado di rilasciare ulteriori commenti sulla situazione e sulla composizione finale della squadra per il 2004. Ci rendiamo conto del grande interesse che il futuro di Valentino suscita per tutta la stampa e quindi cercheremo di essere il più trasparenti possibile. Tuttavia in questo momento non posso dire più di quanto appena detto. Il nostro obiettivo comune è quello di poter fare un annuncio ufficiale non appena tutti i dettagli saranno finalizzati".
Un bel comunicato, di quelli che si definiscono "politically correct", ma che stona un po' in questa storia corsara dove, certo, la Yamaha non ha aspettato il divorzio prima di mettere il dito nella coppia più bella del mondo.
Di stupirsi o, peggio, fare dei moralismi non è più l'epoca, comunque.
Il motomondiale si avvia verso la piena maturità e ormai lo spettacolo non c'è più unicamente solo in pista.
Lo chiamavano Continental Circus già negli anni '60, a dir la verità, ed era un appellativo romantico. Se, oggi, scriviamo semplicemente che è un circo, credeteci, lo facciamo con tutt'altra intenzione.

2/110/2003

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