Tecnica
V colonna
Parliamo di Rossi, della Ducati e delle strategie di gara
Annunciazione! Annunciazione!
Un ingenuo, tre boss ed una moto
Rossi, Ukawa, Biaggi, Barros: il Poker è servito
La Rossa va…in bianco
di Paolo Scalera
Scrive uno degli "invasori": Valvola7
Invasione al Mugello
    Zerbi: "Più nessuno in pista"
Rossi-Honda: un tormentone, di nuovo in crisi
Ancora su Capirossi, l'Aprilia ed un sogno svanito
Il triangolo no: la vera storia degli incontri fra l'Aprilia, Capirossi e Pernat
2001: Una stagione indimenticabile
Il sole, la luna e Valentino Rossi
di Paolo Scalera
L'Aprilia ha bisogno di due numeri uno di Giuseppe Massa
Ezpeleta come il Gattopardo
Storia di un pilota veloce, di uno bollito e di un ragazzo coraggioso lasciato solo di Carlo Pernat
Piccola storia istruttiva: così nasce il motomercato
di Enrico Biondi
Harada, il turbo...diesel dell'Aprilia
di Stefano Saragoni
AAA Aprilia: cercasi manager...
di Paolo Scalera
Un match fra Rossi e Biaggi?
di Paolo Scalera
Melandri deve saper attendere
di Giorgio Belleggia

PAPERON ROSSI E GLI SPONSOR D'ORO, ANZI ... DORATI
Primo in pista, nono sportivo al mondo per fatturato. Persino la rivista Forbes s’è accorta di Valentino Rossi, inserendolo tra i super Vip del globo. Nella casella numero 63 della speciale classifica generale “Celebrity 100” compilata dalla prestigiosa patinata a stelle e strisce. Un attimo prima che la MotoGp sbarcasse in quel di Laguna Seca.

Guarda caso. E così il re folletto potrà planare negli States vestendo i panni di acclamato Paperone del motomondo, attirando maggiori attenzioni. Per Forbes “Paperon Rossi” incassa l’equivalente di 22,9 milioni di Euro all’anno: due ruote in meno rispetto al ferrarista Michael Schumacher, praticamente dimezzati anche i guadagni. Rossi è un fenomeno, da fenomeno vince e incrementa i fatturati delle aziende che lo supportano. Anche se gli esordi furono modesti. Più da gruppo Tnt che da magnate disneyano della finanza.

Il primo vero contratto glielo offrì il manager Carlo Pernat. Sessanta milioni di Lire. Correva l’anno ‘97, lui correva nella 125 con l’Aprilia. E vinse il primo titolo mondiale. A quei tempi Graziano gli era, al tempo stesso, babbo e manager.
A Valentino piaceva più come babbo. Anche se con la sua gestione artigianale papà Rossi, maestro elementare e onesto lavoratore del manubrio nella seconda metà degli anni ‘70, gli procurò i primi contratti. Battendo Pesaro e i dintorni, lo rese testimonial di un bastoncino di pollo prodotto dalla Fileni Simar Srl, azienda di Jesi, quarto produttore nazionale di cibi pronti.
Per un compenso di poco superiore ai cento milioni di Lire, Valentino sorrideva dai poster pubblicitari e dai volantini dei supermercati stringendo nel guanto destro uno stecco di pollo impanato.

La campagna scatenò qualche polemica. Perché la tuta di Valentino era stata rigorosamente “ripulita” dai marchi Aprilia, Ip e Peroni, cosa che non piacque molto alle tre aziende.
La Italiana Petroli minacciò addirittura la sospensione del contratto. Sempre il distratto Graziano incollò sulla carena della moto del figliolo prodigio l’adesivo della Fox Petroli Spa, grossista di carburanti di Pesaro.
Un altro sponsor per cui il babbo dovette appianare nel tempo altre piccole grane di incompatibilità: con la stessa IP, supporter da sempre di Aprilia, e poi con la Repsol, colosso iberico-argentino, munifico partner di Honda Hrc. Ma i due Golia non se la presero col Davide. Graziano emise fattura, Valentino intascò anche dalla Fox la sua “paghetta”. Per diverse stagioni. Lo stesso sito internet della Fox Petroli si vanta, ancor oggi, del pluriennale rapporto col fenomeno di Tavullia e dei numerosi titoli mondiali vinti insieme.

Per arrivare ai miliardi Valentino cambiò gestione. Da papà Graziano a “Gibo” Badioli, da Tavullia a Londra la residenza fiscale. Ex-piazzista di sedie per bar della Riviera, Badioli affidò la gestione dell’immagine di Rossi alla britannica Hickside, dinamica azienda, giro d’affari anche in quel di Panama. Qualche anno più tardi ha rilevato la “Great White London management”, quattro soci, tanto business.
Ufficio in Sackville Street numero 32, nel cuore della City. Da lì partono contratti e si rifiutano offerte. Sempre più cospicue.
Come quella della Playstation2, che ha poi ripiegato sul meno esoso Max Biaggi. Anche se la gestione Badioli non fu esente da contratti in tono minore e da qualche clamorosa svista. Pur avendo definito Graziano “imbarazzante” per la sua artigianale gestione del marketing, il canuto gestore degli incassi di Rossi fece sponsorizzare al fanciullo un piccolo panettone natalizio.

Contenuto in un casco di plastica dozzinale. Sfiorò il tragicomico anche il rapporto con la Cepu. Perché il ragazzo, come l’altro testimonial Alex Del Piero, gli studi li aveva lasciati ben presto.
Al secondo anno del Liceo linguistico. Troppo poco per promuovere corsi di recupero universitari. Altra perla la proposta di “Mercatone”. Si dice che un imbarazzatissimo Carlo Fiorani, manager di Honda Hrc, rinunciò addirittura a sottoporre la convivenza in carenatura alla multinazionale Repsol. Nel tempo alcuni sponsor storici si sono persi per strada.
E’ il caso della Polini, che ora titola alcune prove del mondiale ma non riesce neppure più a parlare con Rossi. “Meglio non inflazionare il mercato”, parola di Gibo. Tanto più che nel salvadanaio di Valentino già finiscono regolarmente un ingaggio di 10.000.000 € a stagione. Nove li sborsa Altadis, colosso franco-iberico del tabacco, uno la Yamaha.

Nel contratto, diviso per singola gara, ci sono premi extra: una vittoria vale 250.000 Euro, un titolo mondiale mezzo milione tondo in più. Con Schumi Valentino divide lo sponsor Kera Koll, ditta di collanti di Sassuolo, sempre più interessata al folletto e meno al ferrarista. Sborsa ancora di più la Peroni, col marchio Nastro Azzurro.
A ruota la insegue, come negli spot televisivi, Alice di Telecom Italia. Due gli sponsor tecnici, la Agv caschi e le tute Dainese. Il resto proviene dal merchandise, affidato, dopo una serie di gestioni ruspanti da fan club, alla specializzata Precisport, di Andorra.
Da lì partono berretti e magliette gialle col 46 spalmate per il globo. Come i successi di Paperon Valentino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sito web realizzato da After S.r.l.