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        APRILIA E' AL BIVIO 
          
        Saranno decisive, le prossime settimane, per l'Aprilia. 
        Finalmente, infatti, il progetto RSW 500, la mezzo litro bicilindrica, 
        è stato messo in discussione. 
          
        Questo non significa però necessariamente che andrà subito in naftalina. 
        In realtà infatti la sua condanna a morte non è stata ancora pronunciata, 
        anche se sembra vicina. "Il problema è che l'Aprilia non ha né risorse 
        né budget illimitati - spiega l'ingegner Witteveen, responsabile dell'attività 
        corse della casa di Noale - e quindi bisogna scegliere. Il futuro della 
        500 è però strettamente legato ai tempi di attuazione del progetto GP1, 
        il futuro motore mille a quattro tempi che debutterà nel mondiale nel 
        2002. Se l'Aprilia vuole essere in pista per quella data, bisogna sbrigarsi. 
        Tagliare lì dove è possibile farlo e concentrarsi solo su quello. Attualmente 
        infatti non abbiamo in casa le risorse tecniche per realizzare da soli 
        l'intero progetto. Bisognerà acquisirle, ma la rapidità con la quale vogliamo 
        essere pronti dipende dai tempi di attuazione: una cosa è mettere cinque 
        persone a lavorare, un'altra a dedicarcene venti". C'è già, comunque, 
        un'idea di massima su cosa fare, anche se non si può parlare di un vero 
        e proprio progetto. "In questa prima fase credo che il frazionamento non 
        sarà fondamentale - spiega - si potrà scegliere fra due e sei cilindri 
        con vantaggi e svantaggi in ognuna di queste soluzioni. Il fatto è che 
        le esigenze del motociclismo non sono quelle della F.1. Da noi il fattore 
        potenza non è l'unico, e comunque non è così importante. In F.1 i cavalli 
        sono tutto perché averne di più significa poter comunque spingere una 
        aerdoinamica più "carica", quindi avere alla fine maggiore aderenza al 
        suolo. Una motocicletta invece è un oggetto più complesso: serve l'armonia, 
        la guidabilità. Inutile avere 250 cavalli se non si riesce a sfruttarli. 
        Ciò non significa, però, fare motori più semplici di quelli che la tecnologia 
        attuale permette.  Sarebbe 
        stupido non sfruttare quello che è lo stato dell'arte della tecnica". 
        Sembra che la Honda sia ormai orientata alla costruzione di un prototipo 
        con motore bicilindrico con pistoni ovali. "E' una soluzione sulla quale 
        possono indirizzarsi solo loro - è l'opinione dell'ingegnere olandese 
        - solo la Honda possiede quella tecnologia. Personalmente però non credo 
        che un motore di quel tipo sia di molto superiore ad un normale quattro 
        cilindri. Dunque, come ho già detto, bisognerà soppesarne vantaggi e svantaggi. 
        Poi, alla fine, è evidente, le idee migliori si affermeranno e convergeranno". 
        Al di là del futuro della classe GP1, quali sono gli obiettivi a medio 
        raggio? "L'Aprilia continuerà ad impegnarsi nelle classi per lei storiche, 
        125 e 250. Come ha sempre fatto - anticipa Witteveen - nella minima cilindrata 
        con cinque, sei piloti. Nella 250 con tre sole moto ufficiali. Poi c'è 
        l'incognita 500 ed infine la Superbike, dove saremo ancora con due piloti. 
        Quest'anno siamo andati meglio di quanto ci aspettassimo e c'è ancora 
        margine di miglioramento". I nomi dei piloti non è però ancora possibile 
        farli. Nemmeno quello di Locatelli "Roberto ci ha chiesto di correre in 
        250 - rivela il tecnico - noi preferiremmo tenerlo un'altra stagione in 
        125, anche per poter correre con il numero uno sulla carenatura. Così 
        gli abbiamo fatto un'altra offerta che però lui non ha accettato. Il fatto 
        è che noi stessi abbiamo dei vincoli preesistenti, dunque è lecito chiedere, 
        ma anche rifiutare. Un accordo però speriamo di trovarlo. Del resto è 
        sempre così: quando un pilota acquista valore è portato a pensare che 
        l'erba del vicino sia sempre più verde, prima di scoprire, magari, che 
        non è affatto vero…".   |