|  
       PERCHÉ 
        LA YAMAHA 500 È UNA MOTO "DIFFICILE" 
          
        E' in testa al mondiale marche, con 22 punti di vantaggio sulla rivale 
        Honda e, guidata da Checa, anche al comando del mondiale piloti, seppure 
        in condominio con la Suzuki di Roberts. Sembrerebbe, questo, il profilo 
        di una moto vincente, ed invece i piloti della Yamaha, Max Biaggi in testa, 
        della quattro cilin dri 
        di Iwata, sigla di progetto YZR, non smettono di lamentarsi. 
        
        "Difficile da mettere a punto", "Inferiore alla concorrenza per potenza 
        e velocità", "Difficile da guidare", sono solo alcune delle critiche che 
        i suoi piloti gli rivolgono, alcuni a mezza bocca, altri apertamente. 
        Ma qual'è la verità, visto che la Yamaha non vince il mondiale piloti 
        dal 1992 - l'ultimo titolo di Wayne Rainey - ma quest'anno ha conquistato 
        già due Gran Premi, il primo con McCoy, il secondo con Abe, pareggiando 
        dunque i conti con Honda e Suzuki? 
        
        Un parere illuminato, in proposito, è quello di Antonio Jimenez, ex tecnico 
        delle sospensioni della casa giapponese Showa, da quest'anno assistente 
        manager di Checa e secondo alcuni la vera arma segreta, grazie alla sua 
        competenza, dietro la resurrezione del pilota spagnolo. 
        
        "La verità è che la Yamaha è effettivamente una moto molto difficile da 
        mettere a punto - spiega il tecnico spagnolo - contrariamente alla Honda, 
        infatti, è totalmente personalizzabile. Mi spiego: mentre con una Honda 
        si può intervenire solo su alcuni parametri, principalmente il setting 
        delle sospensioni, con la Yamaha l'arco di interventi è molto più ampio. 
        Si parte da poter modificare la posizione del motore nel telaio e l'interasse, 
        per finire addirittura a poter scegliere un telaio più o meno rigido. 
        Lungi dall'essere un vantaggio, questa situazione finisce, al contrario, 
        per trasformarsi in una debolezza nei confronti della concorrenza. I piloti 
        della Honda, infatti, sanno che i parametri fondamentali della NSR 500 
        sono stati fissati, a suon di vittorie, da Mick Doohan. Ciò significa 
        che se con questa moto si sbaglia direzione, nella ricerca dell'assetto, 
        si va poco lontano e comunque si ritrova facilmente la strada. Con la 
        Yamaha no, perché‚ non esistono parametri fissi". 
        
        Antonio Jimenez parla con cognizione di causa: come ex tecnico della Showa 
        (un'industria di sospensioni di proprietà della Honda), ha lavorato a 
        lungo sulla NSR. 
        
        "Credete a me - conclude lo spagnolo - la Honda è una moto "facile", se 
        Criville, Okada, Gibernau, Rossi o Capirossi dovessero guidare una Yamaha, 
        avrebbero molti più problemi di quelli che ha avuto Checa nel '99. Del 
        resto la controprova. È semplice: Biaggi, che è un pilota fortissimo, 
        con la Honda ha rischiato di vincere all'esordio, nel '98. Capirossi, 
        che oggi va forte con la Honda, con la Yamaha aveva non pochi problemi...". 
         
       
        (10/06/2000)
  |