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Lombardi: l'Aprilia "al cubo" in pista il 24 a Jerez!
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LOMBARDI:
L'APRILIA "AL CUBO" IN PISTA IL 24 A JEREZ!

La data del debutto è stata finalmente fissata: l'Aprilia RS3 - o "cube" come la chiamano a Noale - calcherà la pista per la prima volta il 24 a Jerez, per una sessione di test di tre giorni che vedrà impegnati sia il collaudatore, Marcellino Lucchi, che il pilota titolare, Regis Laconi.
Nei giorni scorsi la tricilindrica con valvole pneumatiche ha ruggito a più riprese sul banco prova dinamico e sembra pronta per l'appuntamento più importante.
"In Aprilia abbiamo un banco prova dinamico che ci è servito a svezzarla - gongola Claudio Lombardi, il papà del V12 Ferrari a cui la casa italiana, sotto la supervisione di Jan Witteveen, ha dato in mano il progetto - abbiamo potuto utilizzare il propulsore solo alla metà della potenza e con una velocità di circa 200 Kmh, sollecitazioni più che sufficienti per controllare il cambio ed i circuiti di acqua, olio e benzina, quelli che, dando luogo a piccoli guasti, possono compromettere i primi test in pista. Tutto è andato per il meglio".
C'erano pochi dubbi del resto. In questi mesi l'Aprilia ha lavorato freneticamente con i suoi fornitori: la Cosworth per quanto riguarda la co-progettazione del propulsore e la californiana Del West, la ditta leader in F.1 nel settore delle valvole pneumatiche.
"Abbiamo costruito un propulsore di altissima tecnologia - rivela l'ingegnere torinese - oltre al fiore all'occhiello delle valvole pneumatiche, che ci consentiranno di raggiungere i 16.000 giri, abbiamo il controllo dell'acceleratore ride-by-wire, mentre l'intera elettronica è prodotta in casa. Ciò vuol dire che nel futuro pensiamo di integrare, perché ne abbiamo le possibilità, tutti quei dispositivi elettronici che la F.1 ha reso famosi: dal traction control al launch control per le partenze assistite ed il wheelie control".
Vanno fortissimo in Aprilia e benché in ritardo rispetto alla concorrenza Yamaha ed Honda, sono praticamente sullo stesso piano della Suzuki che per la sua XREO ha scelto lo schema del quattro cilindri a V.
"Noi abbiamo optato per il tre cilindri perché ci consentiva un motore più compatto e leggero di 10 Kg. L'unica altra opzione era un quattro cilindri, ma fronte marcia, perché un propulsore a V crea, in una moto, problemi di ingombri per gli scarichi e l'alimentazione. Detto per inciso un motore destinato alla GP1 è più complesso di uno destinato alla F.1. Innanzitutto la cilindrata unitaria è maggiore del 10%, con conseguenti aumenti dei pesi delle masse in rotazione e poi, per questione di ingombri, siamo costretti ad utilizzare misure meno superquadre, quindi raggiungere gli alti regimi è più complicato, anche se un F.1 oggi, sfiora i 18.500".


11/01/2002

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